Nintendo dice no all'IA generativa: «Vogliamo creare esperienze uniche»

Durante un Q&A con gli investitori, Shuntaro Furukawa ha confermato che Nintendo non vuole fare uso dell'IA generativa nei videogiochi.

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a cura di Francesco Corica

Staff Writer

Nintendo è ancora oggi una delle poche compagnie videoludiche che non ha paura di prendere dei rischi in nome della creatività, riuscendo spesso a dettare nuovi standard per la stessa industria.

Basti pensare in tempi recenti al successo ottenuto da Nintendo Switch (trovate il modello OLED su Amazon), che ha di fatto aperto il mercato ai PC Handheld, oppure a videogiochi come Zelda Tears of the Kingdom, destinati a cambiare per sempre l'interazione con oggetti ed ambientazioni.

Di conseguenza, per i fan storici della casa di Kyoto probabilmente non sarà sorprendente apprendere delle recenti dichiarazioni di Shuntaro Furukawa, presidente di Nintendo, riguardanti l'IA generativa, che la grande N non ha intenzione di prendere in considerazione.

Il dibattito sull'IA generativa è particolarmente acceso tra i giocatori, soprattutto per potenziali problematiche di copyright: è capitato spesso e in più di un'occasione che l'intelligenza artificiale andasse a "prendere in prestito" elementi realizzati da altri artisti per realizzare le proprie opere.

Un problema che Nintendo conosce molto bene, come ha ribadito lo stesso Shuntaro Furukawa in un Q&A con gli investitori (via TweakTown):

«Nell'industria videoludica, tecnologie simili all'IA sono state utilizzate a lungo per controllare i movimenti dei personaggi nemici, quindi lo sviluppo dei videogiochi e la tecnologia IA sono sempre state legate da vicino.

L'IA generativa, che è stato un argomento caldo negli anni recenti, può essere più creativa, ma allo stesso tempo riconosciamo che ha dei problemi con i diritti di proprietà intellettuali.

Abbiamo decenni di esperienza e di conoscenza per la creazione di esperienze gaming ottimali per i nostri utenti e, anche se rimaniamo flessibili in risposta agli sviluppi tecnologici, speriamo di continuare a creare esperienze che per noi siano uniche e non possano essere ottenute semplicemente con la tecnologia».

Le parole di Furukawa sono decisamente chiare: l'IA generativa, allo stato attuale, non è in grado di garantire che vengano rispettati pienamente tutti i diritti delle proprietà intellettuali.

Allo stesso tempo, la creatività di uno sviluppatore non potrà mai davvero essere rimpiazzata con l'IA, motivo per il quale Nintendo preferisce farne a meno e continuare a usare tecnologie che possano semplicemente contribuire a portare avanti questa visione.

Considerando che Nintendo è particolarmente attenta nella difesa delle proprie proprietà intellettuali, come dimostrato nuovamente proprio poche ore fa con nuove cause contro emulatori e pirateria in generale, si tratta di un ragionamento assolutamente coerente con le politiche della compagnia.

Ricordiamo che Shigeru Miyamoto ha recentemente dichiarato che per la grande N basta riuscire a realizzare ogni 3-5 anni un gioco in grado di raggiungere 30 milioni di vendite: un obiettivo portato avanti decisamente bene con Switch, ma allo stesso tempo una bella sfida per le console che ne raccoglieranno l'eredità.

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