Nintendo combatte gli emulatori, ma li usa per Nintendo Museum

Secondo alcune testimonianze, Nintendo Museum utilizzerebbe degli emulatori per avviare i software dell'epoca NES e SNES.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

A volte accadono cose a dir poco contraddittorie nel mondo dei videogiochi, come la Grande N che sembra utilizzi degli emulatori all'interno di Nintendo Museum per far giocare ai visitatori i classici dell'epoca NES e SNES.

Come riporta PC Gamer, un utente ha fatto una scoperta potenzialmente compromettente per Nintendo.

Su è infatti emerso un video che mostra un controller SNES disconnesso (tramite USB) da uno stand presso il Nintendo Museum in Giappone.

Niente di strano se non fosse che, una volta ricollegato, si sente chiaramente il classico suono di Windows che indica l'inserimento di una periferica USB.

Potete vedere e ascoltare il video qui sotto, con un po' di attenzione:

Anche se il video fornisce solo una rapida occhiata allo schermo, sembra che il dispositivo a cui era collegato il controller stesse riproducendo Super Mario World, ovviamente non un videogioco disponibile su PC con Windows. Per questo, la spiegazione molto semplice è che Nintendo Museum utilizzi degli emulatori per far giocare i visitatori ai giochi del passato.

Il che non sarebbe un problema di per sé, se non fosse che Nintendo lotta da sempre con una certa ferocia contro chi utilizza e promuove emulatori e ROM dei suoi titoli.

È assurdo pensare che Nintendo potesse utilizzare dell'hardware reale per far giocare così tante persone per molte ore al giorno, perché sarebbe impossibile in termini logistici. Tuttavia è un controsenso evidente quello del Nintendo Museum, che segue per altro al presunto utilizzo degli emulatori all'interno delle console mini (le trovate su Amazon) che alcuni utenti avevano scoperto.

Per altro, oltre all'evidenza del suono di sistema di Windows, il fatto che il controller sia stato disconnesso così facilmente è anche una potenziale falla nella sicurezza, perché su quel PC si potrebbe collegare chiunque anche con dispositivi dannosi.

Il Nintendo Museum, intanto, è già funestato dai bagarini che stanno rivendendo online a prezzi folli i gadget presenti al suo interno.

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