Sembra proprio che Netflix abbia iniziato a ridimensionare i suoi piani per conquistare l'industria videoludica, nonostante i promettenti annunci di qualche anno fa sul voler diventare uno dei competitor più importanti.
Il colosso dello streaming ha ammesso in più occasioni di vedere il suo ingresso dei videogiochi come un'operazione a lungo termine: non a caso ha proseguito la sua operazione con giochi gratis su mobile disponibili per gli abbonati, sebbene abbiano avuto ben poco successo.
Ma Netflix non ha mai voluto mollare la presa, rivelando di avere in cantiere tantissimi videogiochi e perfino fondando diversi studi di sviluppo, tra i quali spiccava in particolar modo Team Blue, definito come studio per sviluppare nuovi tripla-A.
Un team davvero importante, che tra le sue personalità di maggior rilievo includeva anche Rafael Grassetti, art director di God of War (lo trovate su Amazon), Joseph Staten, creative lead della serie Halo e Chacko Sonny, executive producer di Overwatch.
Le ambizioni erano dunque molto elevate per quello che avrebbe dovuto essere uno studio di successo, ma la storia si è conclusa nel peggior modo possibile: come riportato su Game File, Netflix ha infatti chiuso Team Blue proprio questo ottobre e lasciato andare tutti i relativi dipendenti e sviluppatori, inclusi questi nomi di rilievo.
Il tutto senza che Team Blue sia mai riuscito ad annunciare o sviluppare un singolo progetto, ma considerando che non sono passati neanche due anni dalla sua fondazione era davvero difficile riuscire ad aspettarsi qualcosa.
SCOOP: Netflix has closed its "AAA" game studio in California, less than 2 years after opening it and making big hires
— Stephen Totilo (@stephentotilo) October 22, 2024
Last spring, Halo vet Joseph Staten made headlines for joining
Team's now gone
A shake-up as new gaming bosses at Netflix settle inhttps://t.co/li3Pncqsy0
Da quel poco che sappiamo, i progetti del Team Blue avrebbero dovuto espandersi oltre il mercato mobile, come primo passo per l'espansione di Netflix nel mondo del gaming.
A questo punto ci viene da pensare che il colosso dello streaming abbia fatto i proverbiali conti in tasca e deciso di limitare le proprie ambizioni: staremo a vedere quali saranno le sue prossime mosse.
Da parte nostra, ci auguriamo soltanto che tutti gli sviluppatori coinvolti da questa chiusura riescano a trovare un altro impiego nel più breve tempo possibile e che tornino presto a fare videogiochi di successo.