Durante il DICE Summit di Las Vegas, Neil Druckmann e Cory Barlog hanno discusso del processo creativo e del ruolo del dubbio nello sviluppo dei videogiochi.
Druckmann, co-presidente di Naughty Dog, ha rivelato di non pensare mai ai sequel mentre lavora a un gioco, concentrandosi esclusivamente sul presente (via IGN US): «Se ho un’idea valida, la inserisco subito. Non lascio nulla in sospeso per il futuro.»
Il director di giochi come The Last of Us Part II (che trovate su Amazon) ha spiegato che solo dopo la conclusione di un progetto si chiede se ci siano elementi ancora da esplorare, altrimenti preferisce chiudere la storia.
Ha citato Uncharted come esempio: ogni nuovo capitolo è nato senza una visione pre-esistente, ma attraverso un processo di riflessione su come evolvere il personaggio e la trama senza ripetersi.
Barlog, al contrario, ha ammesso di avere una visione a lungo termine, anche se questo approccio è estremamente stressante e rischia di essere compromesso dai cambiamenti nel team di sviluppo.
Druckmann ha risposto dicendo che un simile livello di sicurezza sul successo di un gioco gli è estraneo: «Io penso solo ai prossimi cinque giorni, non ai prossimi dieci anni.»
Il dialogo si è poi spostato sulla loro carriera e sulla difficoltà di trovare un punto di arrivo. Barlog ha descritto il ciclo continuo dell’ambizione creativa, paragonandolo a scalare una montagna solo per accorgersi che ne esiste un’altra ancora più alta.
Druckmann, invece, ha riflettuto su come, in futuro, il suo ritiro potrebbe creare nuove opportunità per le generazioni successive di sviluppatori.
Il panel si è chiuso con una battuta di Barlog: «Molto convincente. Mi sa che vado in pensione.»
Ricordo che Neil Druckmann è «emozionato come non mai» per il suo prossimo gioco, ossia Intergalactic: The Heretic Prophet, la nuova IP prevista sempre in esclusiva su console PlayStation 5.
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