«Mi spiace essermi sbagliato» dice Yoshida, in merito al tonfo di PlayStation VR

Nel corso di una intervista, Shuhei Yoshida ha toccato il tema PlayStation VR – periferica in cui credeva molto e che non è diventata affatto capillare.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Da quando la realtà virtuale ha vissuto la sua nuova ondata di giovinezza, molti appassionati hanno sperato che potesse diventare molto più popolare, in qualche modo più capillare di quanto non sia, proprio perché permette al giocatore di essere davvero presente all'interno del mondo virtuale in cui viene proiettato.

L'interesse di player enormi, come ad esempio Sony con PlayStation VR, aveva ulteriormente convinto molti che per la VR era venuto il momento del salto di qualità, al punto che ricordo anche qualcuno profetizzare che sarebbe diventato il «nuovo modo» di giocare i videogiochi. Sappiamo che le cose non sono andate proprio così, per svariati motivi.

Tra i costi iniziali, il fatto che molti dei migliori headset inizialmente richiedessero di essere affiancati a un PC, la proposta ludica effettivamente presente (le vere perle imperdibili non sono tantissime, a fronte del costo da spendere per avvicinarsi a questo mondo) e anche il problema irrisolto della motion sickness: molti utenti hanno paura di comprare un dispositivo che li nausea, perché nonostante tutti i recenti accorgimenti non ci sono ancora misure che arginano totalmente il problema.

Probabilmente, anche questi sono tra i motivi per cui nemmeno PlayStation VR è riuscito a imporre un futuro più radioso al mondo VR. E, francamente, PS VR 2 c'è riuscito meno che mai.

Al punto che a Shuhei Yoshida, veterano e dirigente che ha appena lasciato PlayStation dopo trentuno anni, si è scusato per essersi sbagliato sulla VR.

Le parole di Yoshida su PlayStation VR

Intervistato dal giornalista Greg Miller nel popolare show Kinda Funny, Yoshida ha toccato anche il tema della realtà virtuale, raccontando che i momenti in cui si arrivò al primo PlayStation VR sono stati tra i suoi più divertenti di sempre.

La nascita dell'headset, infatti, avvenne quasi per caso per opera di Santa Monica, mentre lavorava a God of War ai tempi di PlayStation 3. Sfruttarono Move come controller e crearono un headset per proiettare le persone nel mondo di gioco: «quando me lo fecero indossare, io ero Kratos. È una cosa che affascinò. E quindi arrivammo all'idea: durante la generazione PS4, dovremmo fare una vera realtà virtuale».

Così, effettivamente Sony arrivò a lanciare il primo headset PlayStation VR nel 2016, nel quale Yoshida credeva tantissimo.

Così tanto, che Miller lo ricorda alla GDC annunciarlo dicendo che «siamo di nuovo nell'epoca della prima PlayStation, stiamo ricominciando da zero!», come se stesse preparando il lancio sul mercato di un device pronto a segnare un prima e un dopo nella fruizione (e diffusione) videoludica.

A quel punto, Yoshida aggiunge:

«Mi spiace di essermi sbagliato. PS VR 2 non è diventato PS2».

L'iterazione associata a PS5, PlayStation VR 2, in effetti non è diventata affatto come una PS2 – ossia una versione migliorata che capitalizza su quanto fatto dalla prima ottenendo un successo da record, ma anzi l'opposto.

Sarà che è passata l'onda di popolarità della VR che ha investito la seconda metà degli anni '10, ma il prezzo altissimo di PS VR 2 (costa più di PS5), la timidezza con cui Sony stesso ne ha gestito il marketing e la proposta ludica dedicata non sono stati motivi di sufficiente attrattiva per renderla un successo. Al punto che ancora oggi, durante le presentazioni di Sony, si ha la sensazione che i segmenti su PS VR 2 siano parentesi nelle quali non crede troppo nemmeno PlayStation.

«Ma cosa è successo con PS VR 2, Shu?» ha chiesto allora Greg Miller.
«Oh, beh... parliamo d'altro» è stata la risposta di un intristito Yoshida, che lascia intendere quindi come anche per Sony le cose non siano andate esattamente come si preventivava.

In compenso, ci sono due giochi che Yoshida ha amato e che raccomanda ai giocatori VR: il primo è Synapse, il secondo è Before Your Eyes – che, insieme a Journey, ha il merito di essere l'unico titolo che lo abbia mai fatto piangere.

È un gioco che vi raccomando anch'io, emozionante e originale nel design: se non avete un headset per giocarci, potete giocare tramite webcam come ho fatto io, dal momento che il controller sono i vostri occhi. E, se vi piacciono i giochi narrativi che sanno toccare le corde dell'anima, di certo vi lascerà qualcosa.

PlayStation VR 2 è uscito all'inizio del 2023 e, da allora, è stato più timido che mai. Se volete dargli una chance, potete comunque trovarlo su Amazon – ma sappiate che vi costa più della console.

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