Mads Mikkelsen ama il ruolo del cattivo: «siamo stati tutti perdenti»

L'attore, protagonista anche del videogioco Death Stranding, ha raccontato di come lo intrighi interpretare personaggi che fanno cose sbagliate.

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a cura di Stefania Sperandio

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Un attore straordinario come Mads Mikkelsen, in qualche modo "prestato" al mondo dei videogiochi, fece parecchia notizia: l'artista danese, infatti, fu uno dei protagonisti di Death Stranding, videogioco uscito nel 2019 su PS4 e successivamente arrivato anche su PC e PlayStation 5 (lo trovate su Amazon). La sua interpretazione di Clifford Unger gli valse il premio per il miglior attore dell'anno ai The Game Awards 2019 – e, anche in quel caso, Mikkelsen vestì i panni di un personaggio a tratti inquietante.

Non andremo oltre, in questa sede, nel parlarvi di Cliff, ma a tal proposito è interessante sottolineare come non sembra proprio che sia un caso, che Mikkelsen finisca per interpretare così spesso dei personaggi che molti faticherebbero a definire, a pie' pari, come "i buoni". Il punto, infatti, è che quel ruolo gli piace e sa dargli un tocco tutto suo.

Intervistato dalla rivista GQ in occasione del debutto di Indiana Jones e il Quadrante del Destino (qui la recensione del nostro sito gemello, Cultura Pop), Mikkelsen ha spiegato di essere incuriosito da come la cultura americana rappresenta "i cattivi" – spesso separati da un solco netto, rispetto ai buoni. Nella filmografia danese, invece, i ruoli sono molto più grigi – e, ci verrebbe da dire, anche in Death Stranding, ma sì, non anticiperemo altro se non ci avete giocato.

Il suo segreto per interpretare questi personaggi spiacevoli? Provare empatia per loro, semplicemente. A tal proposito, il regista James Mangold ha dichiarato a GQ, sempre in occasione di Indiana Jones, che «Mikkelsen vive dentro qualsiasi personaggio interpreti con una devozione del 100%. Questo richiede un certo tipo di coraggio artistico, una mancanza di paura che Mads assolutamente possiede. Se devo essere onesto, penso che spesso gli diano i ruoli del 'cattivo' perché, semplicemente, non ha nessuna paura di accettarli e renderli umani».

A tal proposito, Mikkelsen sottolinea come gli piaccia rappresentare le contraddizioni dei personaggi "cattivi" che interpreta, far notare che non hanno semplicemente un lato a cui guardare – quello in cui sono cattivi, e basta.

Ad esempio, nel film Pusher di Nicolas Winding Refn (avete visto anche lui in Death Stranding come Heartman, ndr) vestì i panni di un trafficante di droga, ma decise di renderlo «un idiota», dandogli dei «tratti da perdente» che colpirono nel segno dal punto di vista emotivo.

«I perdenti sono divertenti», ha commentato l'attore, «perché li conosciamo. Magari sei stato anche tu nelle loro situazioni, qualche volta» ha aggiunto.

Death Stranding è disponibile e al momento sono in corso i lavori sul suo seguito, DS2. Difficile sapere se in qualche modo Hideo Kojima riuscirà a coinvolgere Mads Mikkelsen anche in questo gioco. Certo, considerando che sono già confermati i ritorni di Norman Reedus e Lea Seydoux, sarebbe sicuramente interessante, dato che il talento di Mikkelsen può far fare, da solo, un grande balzo in avanti al valore interpretativo di un'opera.

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