L'IA non sostituirà gli attori nei videogiochi: «portano molto più delle loro voci»

Kate Saxon ha espresso forti dubbi sulla possibilità che l'IA possa un giorno sostituire completamente gli attori umani.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Nell'industria dei videogiochi, dove l'intelligenza artificiale avanza con ritmi vertiginosi, emerge una voce controcorrente che invita alla riflessione sul valore insostituibile dell'elemento umano.

Kate Saxon, celebre direttrice delle performance che ha curato l'aspetto recitativo di The Witcher 3: Wild Hunt (gioco che trovate su Amazon), esprime forti dubbi sulla possibilità che l'IA possa un giorno sostituire completamente gli attori umani nei videogiochi.

La sua prospettiva, maturata in oltre vent'anni di esperienza nel settore, evidenzia come dietro personaggi memorabili si celino qualità umane che nessun algoritmo può replicare fedelmente.

Un dibattito che tocca le fondamenta stesse della narrazione interattiva e della creazione di esperienze di gioco autenticamente coinvolgenti.

«Nei videogiochi che puntano davvero su narrazione potente, personaggi ricchi e dialoghi significativi, non vedo come l'intelligenza artificiale possa mai sostituire completamente gli attori», afferma Saxon nell'ultimo numero della rivista Edge.

La sua posizione non nasce da un rifiuto aprioristico della tecnologia, ma dall'osservazione di ciò che rende speciale una performance.

Secondo la direttrice, esiste un elemento indefinibile ma essenziale che distingue un'interpretazione semplicemente corretta da una capace di emozionare profondamente. È quella scintilla che trasforma un personaggio bidimensionale in un'entità che sembra respirare, pensare e provare sentimenti autentici.

«C'è qualcosa che manca – qualcosa che non puoi quantificare – che eleva una performance da decente a genuinamente commovente», spiega Saxon.

Il suo curriculum parla chiaro: da Fable II ad Alien: Isolation, la direttrice ha plasmato personaggi che hanno lasciato un'impronta nella memoria dei giocatori. 

«Gli attori portano molto più delle loro voci," sottolinea. "Portano esperienza di vita, istinti, intelligenza emotiva.» Sono proprio quei momenti di vulnerabilità inaspettata, quelle micro-espressioni perfettamente calibrate che derivano da una dimensione umana ancora inaccessibile all'intelligenza artificiale.

Mentre le speculazioni sul futuro dell'industria continuano, con progetti come The Witcher 4 all'orizzonte (che presumibilmente non utilizzerà IA), la posizione di Saxon invita sviluppatori e pubblico a riflettere su cosa renda davvero memorabile un'esperienza di gioco. 

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