Microsoft continua ancora una volta a insistere sull'IA generativa: nelle scorse ore è stata annunciata anche una novità rivoluzionaria per lo sviluppo dei videogiochi, che andrà a coinvolgere l'ecosistema Xbox.
Come vi abbiamo raccontato nelle scorse ore, è nata ufficialmente Xbox Muse: un modello di intelligenza artificiale in grado di generare immagini di gioco, azioni del controller e interazioni con la fisica.
L'obiettivo dichiarato è quello di facilitare il processo di sviluppo, sfruttando l'IA anche per testare determinati scenari come ci si trovasse di fronte a un pubblico di videogiocatori: un'idea che la casa di Redmond ha chiarito dovrà estendere il lavoro degli sviluppatori, non sostituirlo.
Un'ulteriore iniziativa annunciata è quella di sfruttare Xbox Muse come strumento per riportare in vita grandi classici: questo permetterebbe di sfruttare pienamente gli enormi cataloghi dei team di Xbox Game Studios, realizzando versioni ottimizzate di giochi che attualmente non sono disponibili sulle console di ultima generazione.
Un'idea che naturalmente servirebbe anche a rimpolpare il catalogo di Xbox Game Pass Ultimate (lo trovate su Amazon) ma che, con sorpresa di praticamente nessuno, sta già scatenando non poche polemiche da parte di fan e addetti ai lavori.
In particolar modo, GamesRadar+ ha segnalato i commenti degli esperti della Video Game History Foundation, fondazione dedicata alla preservazione dei videogiochi: il fondatore Frank Cifaldi, pur sottolineando che si tratta sicuramente di uno strumento impressionante, non usa mezze parole per descrivere la strategia di Microsoft.
«In realtà io credo che un modello IA possa osservare e replicare la logica dei videogiochi: potrebbe essere perfino uno strumento utile per lo sviluppo!
Ma questo sarebbe come dire che una fotocopia di un dipinto equivale a preservarlo. È ingannevole ed è un insulto al lavoro ingrato degli archivisti. Mi sento offeso e disgustato da tutto questo».
Il library director Phil Salvador si è unito alla discussione con un altro paragone, che rende forse ancora di più l'idea di quanto l'iniziativa di Phil Spencer e soci non sia stata accolta affatto bene:
«L'IA generativa è un grande modo di preservare i videogiochi, esattamente come i miraggi sono una grande fonte d'acqua».
Insomma, il messaggio degli archivisti e di chi è impegnato in questo settore è chiaro: non si confonda il lavoro dell'intelligenza artificiale con la preservazione videoludica.
Possiamo solo aspettare e vedere quali saranno i risultati di Xbox Muse, per capire se alla fine riuscirà a conquistare fan ed esperti.
Videogiochi prodotti più rapidamente e meglio.
Sul lato preservazione anche, si teme che i giochi vengano copiati messi in archivio, ma non credo che sarà la via questa...
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