Nei giorni scorsi abbiamo chiacchierato dei dettagli che sono emersi per l'E3 2021, con l'ESA che sta organizzando una fiera interamente digitale e sta aspettando la conferma dei publisher circa il loro coinvolgimento. Con questa formula, l'intento della Entertainment Software Association sarebbe quello di proporre tre giorni di annunci con appuntamenti ravvicinati – similmente a quanto succedeva in fiera e in modo diverso rispetto alla Summer Game Fest di Geoff Keighley, che si distribuisce invece in tutta l'estate. A ciò si affiancherebbero anche delle demo giocabili, ma secondo Reggie Fils-Aime, grande veterano dell'industria ed ex presidente di Nintendo of America, la cosa più importante sarà mantenere la magia che l'E3 regalava.
Intervistato da GamerTag Radio e citato dai colleghi di GameSpot, il dirigente ha ricordato che l'unicità della più grande fiera del settore dei videogiochi era quella di essere una celebrazione per l'arrivo dei nuovi e grandi videogiochi, quelli che avrebbero segnato la nuova stagione. Non è un caso che il palco dell'E3 sia, storicamente, quello dove vengono annunciati i giochi che diventano poi i più attesi dei mesi successivi – e sarà importante salvaguardare questo valore.
Come spiegato da Fils-Aime:
Penso che l'E3 come evento e momento in cui vengono condivisi e celebrati i nuovi giochi, ecco, penso che sia qualcosa di magico per il business di videogiochi nel suo insieme. Ho visto i piani leak dell'E3 2021 e io sono fuori da quei meeting, non partecipo alla discussione, ma questo devo dirlo: quello che ho letto non mi sembra così coinvolgente. Se fossi io a doverlo fare, vi direi come farei io: fare la fiera in digitale è assolutamente la cosa giusta, perché ci sono ben più delle 60mila persone che potrebbero andare alla fiera, parliamo di milioni di appassionati che vogliono scoprire che novità ci saranno.
Se, da un lato, Fils-Aime concorda con l'avvento della fiera in digitale, dall'altro ricorda che bisognerà trasformare in digitale anche sensazioni come quella prima volta in cui, magari, si mettevano le mani sulla demo di un nuovo titanico gioco per la prima volta.
Nelle parole dell'ex presidente di Nintendo:
Realizzare un evento in digitale è un modo di dargli vita, quindi è la cosa corretta. Detto questo, penso che i possessori delle piattaforme dovranno trovare un modo per permettere digitalmente ai loro fan, ai giocatori, di vivere con mano quei contenuti. È quella la chiave dell'E3: la possibilità di giocare The Last of Us - Parte 3 per la prima volta, di giocare il prossimo Breath of the Wild per la prima volta. O il prossimo grande gioco in arrivo dagli studi di Xbox. Giocare per la prima volta qualcosa è ciò che c'è di magico. I proprietari delle piattaforme devono capire come riuscirci, durante l'E3 in formato digitale, sarebbe qualcosa di grandioso e quello che ho letto sull'E3 2021 non segue quel sentiero.
Fils-Aime fa anche notare che se l'ESA non riuscirà a unire grandi annunci, prove sul campo e un susseguirsi di appuntamenti imperdibili in un breve lasso di tempo, «allora lo farà qualcun altro. Geoff Keighley lo scorso anno ha fatto qualcosa di davvero provocatorio lo scorso anno con la sua Summer Game Fest. Lo rifarà in modo simile quest'anno. Se l'ESA non trova il modo di riuscirci, allora lo troverà qualcun altro».
Per il momento, sui piani relativi al 2021, l'ESA ha dichiarato di essere in discussione con i publisher per trovare i migliori accordi per il loro coinvolgimento. In precedenza, l'associazione aveva avuto più di un grattacapo non solo per la decisione di Sony di tirarsi fuori dall'E3, passando per i suoi State of Play in totale autonomia, ma anche per il leak dei dati privati dei giornalisti che avevano partecipato alla fiera, che aveva generato un'onda di sdegno tra gli addetti ai lavori.
Nel 2020, invece, a causa della pandemia l'E3 è stato cancellato. Vedremo se, nel 2021, riuscirà a trovare la sua nuova via nel sentiero degli appuntamenti in digitale.
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