Da qualche anno stiamo assistendo a un calo generalizzato delle performance dei videogiochi sul mercato, tra PC e console, ma proprio queste ultime saranno alla guida di una rinascita del mercato.
Come riporta Games Industry, l'ultimo rapporto di Newzoo ha registrato una contrazione del 2% nel 2024 del mercato dei videogiochi, attestandosi a $80,2 miliardi.
Ma il 2025 sarà l'anno della rinascita, con il settore che dovrebbe raggiungere quota $85,2 miliardi di valore, per poi espandersi ulteriormente fino a $92,7 miliardi entro il 2027.
E, contrariamente a quanto registrato tempo fa rispetto alle performance del 2024, saranno proprio le console a guidare questa ripresa considerevole del mercato, in quanto rappresentano la fetta più consistente dello stesso.
Analizzando i dati del 2024, emerge come le console abbiano generato ricavi per $42,8 miliardi, con i titoli premium che ne costituiscono il 46%, segnando però un calo del 14% rispetto all'anno precedente. In controtendenza, i giochi free-to-play hanno rappresentato il 32% del fatturato console, con una crescita del 4,5%. Particolarmente significativo l'aumento dei servizi in abbonamento, che hanno raggiunto i 6,9 miliardi, segnando un incremento del 14,1%.
Perché le console dovrebbero guidare la rinascita del mercato dei videogiochi, quindi? Perché c'è un videogioco importantissimo che è previsto per quest'anno, è un'altrettanto attesa console che sta già facendo discutere molto.
Mi riferisco a GTA 6 e Nintendo Switch 2 che, secondo Newzoo, saranno i catalizzatori principali della ripresa del mercato dei videogiochi nel 2025.
Guardando dalle tendenze, Newzoo sottolinea come «il tempo di gioco stia aumentando, ma risulti concentrato sui titoli AAA e talvolta cannibalizzato tra questi». Mentre il PC tende a privilegiare titoli free-to-play più datati, il mercato console appare maggiormente influenzato dai nuovi lanci.
E pensare che, come emerso da altri studi, il mercato PC stava addirittura surclassando quello console. Vedremo cosa succederà in generale, anche perché bisogna inserire nel dialogo i dazi di Donald Trump che hanno sconvolto l'industria.