L'autrice di Tomb Raider spiega il suo approccio al gioco

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Rihanna Pratchett, penna che si nasconde dietro all’atteso reboot di Tomb Raider
, ha discusso nel corso di un’intervista di come lei e i ragazzi di Crystal Dynamics abbiano lavorato per scrivere la sceneggiatura del gioco e caratterizzare la giovane Lara.“Una delle cose fondamentali che volevamo fare con Tomb Raider, era esplorare l’idea che l’azione deve equivalere al personaggio. È una cosa ormai standard negli altri medium d’intrattenimento, ma nel mondo dei videogame c’è una strana incongruenza tra il modo in cui un personaggio è rappresentato nelle cutscene (eroico, divertente, amico di tutti) e come invece si comporta nelle fasi di gameplay, dove magari ammazza tutti quanti gli si fanno incontro come se non ci fosse un domani” ha spiegato la Pratchett
.“Il trucco è rendere l’azione come parte della storia, e non come se fosse qualcosa che esiste al di fuori della sceneggiatura. Con Lara volevamo mostrare che le sue azioni (sopratutto quando uccide un uomo per la prima volta) hanno un impatto sulle sue emozioni e su di lei come personaggio.”A chi le domandava se la nuova Lara non è forse troppo differente e troppo debole rispetto all’eroina che tutti abbiamo imparato ad amare in questi anni, la Pratchett risponde con fermezza: “ci sono state alcune lamentele che dicevano che abbiamo preso Lara e le abbiamo fatto avere un crollo, che ritengono che abbiamo preso un personaggio forte per renderlo debole. Vi assicuro che non è affatto così.”
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