Ormai, tutti noi videogiocatori conosciamo Anita Sarkeesian, critica e fervente femminista che rivolge le sue attenzioni al nostro amato medium videoludico nella sua rubrica “Tropes vs Video Games”. Il progetto, finanziato dal pubblico, ha portato la critica alla notorietà, con tutti gli aspetti anche negativi che però le fanno seguito. Tra le sue argomentazioni, la Sarkeesian si era fatta notare particolarmente per aver additato Shigeru Miyamoto come sessista a causa della rappresentazione femminile all’interno delle sue opere. Tuttavia, sebbene spesso l’opinione della Sarkeesian possa essere non condivisa dal pubblico dei videogiocatori (anche da quello femminile, come nel caso della sottoscritta, ndr), ci troveremo probabilmente tutti d’accordo nel riconoscere che i messaggi che la donna riceve quotidianamente sui suoi canali social siano veramente eccessivi.Stanca delle minacce e degli insulti, ha così messo in evidenza alcuni messaggi, che evitiamo di tradurvi nel dettaglio per decenza, ma che fanno riferimento a stupri e altre crudeltà particolarmente becere – lanciate dai leoni da tastiera innescati dall’opinione della Sarkeesian: “Fin da quando ho cominciato il mio progetto Tropes vs Women in Video Games, due anni e mezzo fa, sono stata insultata tutti i giorni da videogiocatori iracondi per le mie critiche al sessismo nei videogiochi” ha dichiarato la femminista. “A volte mi sembra difficile anche solo farvi sapere quanto sia brutto dover far fronte a questa costante campagna di intimidazione.”In buona sostanza, appare piuttosto grottesco che un’opinione sgradita e non condivisa possa davvero condurre a questo – portando noi appassionati, come community, a passare ancora una volta per i violenti deviati dai videogiochi. Per fortuna, l’FBI sta cercando di rintracciare gli autori dei messaggi di minaccia inviati alla Sarkeesian. La speranza è che questi personaggi, completamente incapaci di affrontare un dibattito o semplicemente di non iscriversi al canale YouTube di qualcuno che esprime pareri che non condividono, possano venire posti quanto prima innanzi alle loro responsabilità.