La pubblicità nei videogiochi è accettata dai giocatori, secondo un sondaggio

Secondo un nuovo sondaggio rivolto ai videogiocatori, due terzi degli utenti non avrebbero alcun problema per la pubblicità dentro i giochi.

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a cura di Francesco Corica

Staff Writer

Da tempo diversi publisher stanno riflettendo su ipotesi per aumentare i guadagni attraverso i videogiochi e una delle possibilità emerse più spesso è l'introduzione di pubblicità, magari riducendo allo stesso tempo il costo di acquisto.

Sembra che tra i publisher più interessati a una possibilità del genere ci sia Electronic Arts, che ha già ammesso di aver già iniziato a sperimentare su una loro possibile implementazione.

Anche Xbox Game Pass, dopo il recente aumento di prezzo (ma che trovate ancora in sconto su Amazon), starebbe riflettendo su una tier più economica con pubblicità, sullo stile dei cataloghi per contenuti in streaming.

L'argomento ha fatto discutere fortemente voi lettori, che in un nostro recente sondaggio ci avete detto senza mezzi termini di non volerne sapere nulla della pubblicità sui tripla-A — e chi vi scrive la pensa esattamente come voi.

Ma evidentemente esistono anche molti giocatori che la pensano diversamente: Variety segnala infatti un recente sondaggio svolto da Comscore e Anzu su circa 5000 adulti, con il 77% di questi che gioca su più di una piattaforma.

Ebbene, secondo i risultati di questo sondaggio, pare che due terzi degli utenti segnalano che la pubblicità nei videogiochi non ha influenzato negativamente la loro esperienza, ma anzi in alcuni casi si è rivelata addirittura positiva.

Il riferimento è presumibilmente alla loro implementazione nei giochi free-to-play, che spesso offrono vantaggi dopo aver guardato un breve spot pubblicitario.

Per quanto riguarda invece il product placement, ovvero la pratica che vede pubblicizzati prodotti realmente esistenti nel mondo di gioco — ad esempio un cartellone nei giochi di calcio — il 34% degli utenti sostiene che ciò renda l'esperienza ludica «più reale».

È chiaro che questo campione vada preso con le dovute precauzioni, dato che la maggior parte degli utenti che ha partecipato al sondaggio parla anche dell'esperienza avuta con titoli free-to-play o comunque "freemium", ben diversa dalle pubblicità in giochi che costano 80 euro.

Tuttavia, questi risultati potrebbero essere presi in considerazione da altri sviluppatori per capire come implementare eventualmente le pubblicità senza che possano recare "fastidio" agli utenti paganti, dato che in linea di principio pare che molti utenti siano disposti a tollerarle.

Un argomento su cui siamo purtroppo sicuri si continuerà a discutere ancora, visto che invece di rendere l'industria videoludica più sostenibile si pensa a licenziare dipendenti e aumentare sempre di più i costi di sviluppo: vedremo quali saranno gli eventuali sviluppi.

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