La presidenza Trump potrebbe danneggiare il mercato dei videogiochi

Le iniziative che Donald Trump vuole impiegare relativamente ai dazi potrebbero creare dei danni reali per i videogiochi.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Donald Trump sarà il prossimo presidente degli Stati Uniti d'America, e tra le tante iniziative e promesse elettorali ce n'è una che potrebbe danneggiare irrimediabilmente il tessuto finanziario del mercato dei videogiochi.

Se avete seguito lo scenario politico internazionale, sapete già che il presidente eletto ha promesso di introdurre tariffe molto severe per quanto riguarda i prodotti d'importazione. La proposta di Trump, per favorire l'economia statunitense, è quella di introdurre un’imposta del 60% sui beni assemblati in Cina e un aumento tra il 10% e il 20% per quelli prodotti in altri paesi.

Questo avrebbe un impatto devastante su tanti mercati economici, tra cui ovviamente l'industria videoludica statunitense, come riporta Kotaku in una lunga analisi.

Secondo un rapporto della Consumer Technology Association (CTA), le nuove tariffe potrebbero far aumentare i prezzi delle console fino al 40%.

Una Nintendo Switch potrebbe passare da $300 a oltre $400, mentre un PlayStation 5 Pro potrebbe sfiorare i $1.000. Una manovra che potrebbe ovviamente danneggiare anche i prodotti futuri come Nintendo Switch 2, che si ritroverebbe a dover gestire un lancio con un prezzo altissimo negli Stati Uniti.

Molte aziende hanno iniziato a spostare parte della produzione fuori dalla Cina proprio per contrastare queste manovre, ma potrebbe non bastare perché il processo è lento e laborioso.

David Gibson, analista senior di MST Financial, stima che circa il 50% delle console Nintendo Switch sia ora prodotto in Vietnam, ma ciò non basterebbe per evitare rincari significativi. Sony e Microsoft, invece, sono ancora fortemente dipendenti dalla produzione cinese, con circa il 70% delle PlayStation 5 realizzate lì.

Mentre Joost Van Dreunen, docente alla NYU Stern School of Business, ipotizza che l’aumento dei prezzi possa spingere i consumatori verso servizi di cloud gaming e streaming, accelerando un passaggio dal contenuto fisico al digitale.

«Gli Stati Uniti producono circa l'1% delle console globali», spiega l'economista Chris Clarke: «Anche se la produzione aumentasse nel paese, i costi per i consumatori sarebbero comunque significativamente più alti.»

Ovviamente non ci resta che aspettare l'insediamento di Donald Trump per capire se queste promesse elettorali verranno mantenute, e se gli Stati Uniti vogliano davvero inserire questi nuovi dazi in un contesto in cui i videogiochi già costano tantissimo.

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