La nuova data di Assassin’s Creed Shadows ha fatto arrabbiare i giapponesi

La scelta della nuova data per il lancio di Assassin’s Creed Shadows non è stata ben vista dal pubblico giapponese, ed è facile capire il motivo.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Ubisoft ha da poco annunciato che Assassin’s Creed Shadows è stato nuovamente rinviato.

L'editore d'oltralpe non è ancora soddisfatto della qualità del gioco (in preorder su Amazon) e ha deciso di chiedere al team di sviluppo di integrare i feedback dei giocatori per apportare ulteriori miglioramenti.

Tuttavia, la nuova data di uscita ha scatenato una nuova polemica, questa volta legata a un drammatico evento realmente accaduto

Tokyo Subway Sarin Attack, uno degli attacchi terroristici più gravi mai avvenuti in Giappone, ha avuto luogo il 20 marzo 1995. Assassin’s Creed Shadows è ora previsto per essere rilasciato proprio in quella data, come suggerito anche da Tech4Gamers.

Potrebbe non essere una scelta intenzionale, ma il fatto che Assassin’s Creed Shadows non riesca a liberarsi dalla controversia in alcun modo è evidente.

L’attacco del 1995, in cui alcuni membri del culto Aum Shinrikyo rilasciarono gas nervino nella metropolitana di Tokyo, ha causato la morte di 13 persone e migliaia di feriti, ed è considerato uno degli attacchi più gravi della storia del Giappone.

Per questo motivo, la scelta della stessa data per il lancio del gioco non è stata ben vista dal pubblico giapponese, ed è facile capire il motivo.

Secondo alcuni, Ubisoft sta nuovamente mostrando disprezzo nei confronti del Giappone, come se la data fosse stata scelta appositamente per infastidire la comunità giapponese.

In effetti, prima di questo, alcuni fan avevano già criticato Ubisoft per aver scelto di lanciare Assassin’s Creed Shadows durante il Black History Month, data la presenza di Yasuke, il protagonista di origine africana. 

Alcuni hanno addirittura ipotizzato che Ubisoft stia cercando di provocare una reazione negativa dal fandom giapponese, ma sembra un’interpretazione forzata, considerando che l'azienda è già in una condizione economica precaria.

Per quanto riguarda la data del 20 marzo, non sembra che Ubisoft abbia fatto questa scelta deliberatamente per creare polemiche, ma piuttosto per coincidenza.

Nonostante ciò, resta il fatto che la compagnia non riesce a trovare pace, e ogni mossa che fa finisce per scatenare discussioni negative.

Personalmente, credo che questo ennesimo rinvio e la scelta della data di uscita, in un periodo già così delicato, sia un ulteriore segno di quanto Ubisoft sia distante dal comprendere realmente le sue scelte pubbliche.

La sensazione è che, pur di cercare di risollevare le sorti di un titolo problematico, si rischi di infiammare il dibattito in modo controproducente. Un vero peccato, visto il potenziale del gioco.

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