A partire da oggi la Video Game History Foundation (VGHF), organizzazione no-profit dedicata alla preservazione della storia dei videogiochi, ha ufficialmente lanciato la VGHF Digital Library, un archivio digitale che raccoglie decenni di materiali storici dell’industria videoludica.
Attualmente in accesso anticipato, la biblioteca è gratuita e disponibile per chiunque sia interessato alla storia dei videogiochi, ed è accessibile a questo indirizzo.
L’archivio ospita oltre 30.000 documenti tratti dalla collezione fisica della VGHF, tra cui più di 1.500 riviste fuori catalogo completamente ricercabili, asset di sviluppo mai visti prima, artwork, materiali promozionali e altre reliquie videoludiche.
Tra le tante curiosità e fonti di studio che sarà possibile trovare c'è anche la prima menzione del termine "metroidvania", che oggi usiamo frequentemente.
Si tratta di una delle più grandi raccolte di storia dell’industria videoludica al mondo, coprendo oltre 50 anni di evoluzione del medium, come già annunciato.
Gli utenti possono cercare giochi, autori, editori e altro ancora, con la possibilità di esplorare guide degli eventi di settore, materiali promozionali di FromSoftware, archivi di GamePro, filmati inediti della serie Myst e persino documenti storici provenienti da Konami, Atari e Acclaim.
«Abbiamo lavorato a questo progetto fin dalla fondazione della VGHF nel 2017, quindi siamo estremamente orgogliosi di renderlo finalmente accessibile», ha dichiarato Frank Cifaldi, fondatore della Video Game History Foundation:
«Vogliamo che chiunque possa diventare uno storico dei videogiochi e speriamo che questo archivio ispiri sia nuove ricerche che una maggiore consapevolezza sull’importanza della preservazione storica nell’industria.»
Secondo il direttore della biblioteca, Phil Salvador, l’obiettivo è rendere questi materiali accessibili a tutti, ovunque si trovino: «Pensiamo che questo strumento cambierà il modo in cui le persone studiano la storia dei videogiochi. Siamo impazienti di vedere cosa scopriranno ricercatori, scrittori, content creator e appassionati.»
Il lavoro della fondazione è importantissimo, perché è la stessa fondazione che ci ha permesso di scoprire che l'87% dei videogiochi classici non esiste più, ovvero un allarme fortissimo per la preservazione videoludica.