Un'intervista del 1999 con Hideo Kojima è recentemente riemersa online, rivelando dettagli inediti e retroscena interessanti sui primi giorni di Kojima con Konami e lo sviluppo di Metal Gear Solid.
Il papà di Death Stranding (trovate il primo capitolo su Amazon) ha infatti avuto una carriera in costante crescita, sebbene spesso costellata di problemi.
Pubblicata originariamente su Nice Games e ora condivisa su Shmupulations (via GamesRadar+), questa intervista getta nuova luce sulle ambizioni di Kojima, i suoi sforzi iniziali e le difficoltà incontrate nel far partire il progetto che avrebbe cambiato la storia dei videogiochi.
Quando Kojima si unì a Konami, il team stava lavorando da due anni su un gioco di guerra che sembrava non riuscire a decollare.
«Il progetto mi fu presentato così,» racconta Kojima. «Quello che volevo creare, nel contesto di un gioco di guerra, era un gioco di fuga. Vi ricordate il vecchio film The Great Escape? Pensai che sarebbe stato fantastico realizzare un gioco basato su un concetto simile, in cui si cercava di fuggire da un luogo».
«Ma quando raccontai la mia idea ai senior developer del team, furono molto scettici: 'Non esistono giochi così'. Ero ancora un pianificatore alle prime armi con Konami, quindi nessuno sembrava disposto ad ascoltarmi… non c'era nessuna motivazione fin dall'inizio. Era come: cosa devo fare, devo iniziare a picchiare qualcuno?»
Fortunatamente, la situazione non degenerò, sebbene ci fosse resistenza passivo-aggressiva, un dipendente più esperto si interessò alle sue idee, e finalmente il progetto cominciò a prendere piede in una direzione positiva.
Kojima ricorda che il team non era ancora completamente convinto dalla sua idea fino a quando non videro il celebre punto esclamativo sopra la testa di un nemico, in una versione giocabile del gioco, nel momento in cui veniva sorpreso.
Un altro aspetto affascinante che emerge dall'intervista riguarda la passione di Kojima per il cinema.
Nonostante Metal Gear fosse ispirato a film come La Grande Fuga, Kojima spiega perché non si è mai avventurato nell'industria cinematografica.
«L'industria cinematografica in Giappone è molto chiusa, e nessuno ti finanzia un film,» afferma. «Anche se vieni assunto da uno studio come Toho, non ti permettono di dirigere niente per un bel po'. Lo capisco, ma non sono una persona che può accontentarsi di un ruolo servile del genere.»
Questo episodio ricorda che, nonostante il suo essere una vera e propria istituzione del settore, per arrivarci Kojima ha dovuto superare non poche difficoltà.
Ricordiamo che sempre Kojima si è da poco scusato con la community per non aver fatto annunci su Death Stranding 2 o altro ai recenti The Game Awards 2024.