Quando Hideo Kojima parla, l’industria ascolta. Questa volta, il genio dietro capolavori come Death Stranding ha spostato la sua attenzione dalla realtà videoludica al mondo del cinema, con un commento che ha acceso la discussione su Joker: Folie à Deux.
Per Kojima, il film con Joaquin Phoenix e Lady Gaga (trovate il primo su Amazon) è una di quelle opere capaci di spiazzare gli spettatori, troppo "avanti" per essere digerite al momento del loro debutto.
Kojima non è estraneo all’audacia creativa, quella che spesso incarna anche nei suoi lavori, dove narrazioni complesse e simbolismi sfidano le convenzioni tradizionali.
Secondo lui, il seguito di Joker è destinato a vivere una sorte analoga: frainteso oggi, osannato domani.
Questa predizione risuona con quanto accaduto a molti film e giochi che inizialmente sono stati percepiti come ermetici o eccessivamente sperimentali, ma che col passare degli anni hanno assunto lo status di cult (qualcuno ha detto Metal Gear Solid 2?).
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«Viviamo in un'epoca di produzione di massa di eroi dalla “giustizia poetica”, una battaglia tra il bene e il male. Ultimamente sono stati realizzati molti film spin-off incentrati sui villain. Anche i villain possono essere supereroi? Questa domanda posta sul grande schermo da un film DC è troppo all'avanguardia? Era Joker ad essere amato dal pubblico di tutto il mondo? Era Arthur?», scrive Kojima.
«È su questo aspetto che le recensioni divergono. Nei prossimi 10 o 20 anni, la reputazione di questo film probabilmente cambierà insieme alla diffusione dei film sugli eroi che verranno. Potrebbe volerci del tempo prima che diventi una vera e propria “folie à deux”. Ma non c'è dubbio che tutti gli spettatori abbiano amato Joaquin e Gaga in questo film.»
Cosa c’è di così divisivo in Joker: Folie à Deux? La risposta sta nella sua natura bifronte, che combina il dramma e la musica per rappresentare la spirale della follia e dell’amore dannato.
Eppure, il commento di Kojima non è un semplice elogio ma una difesa. La sua previsione sulla rivalutazione dell'opera richiama esempi passati in cui le produzioni artistiche, tacciate di essere “troppo” durante la loro era, sono state infine accolte e comprese dalla critica e dal pubblico.
Del resto, sempre Kojima di recente ha visto anche Venom: The Last Dance, ma a quanto pare stavolta è andata male.