Hideo Kojima ha deciso di portare Death Stranding Director’s Cut su Xbox Series, grazie a 505 Games che ne cura la distribuzione.
Questa notizia, attesa da moltissimi fan, segna una svolta significativa per la saga e per l’industria videoludica, aprendo una nuova fase per Kojima Productions e la sua visione di connettività globale.
Finora, Death Stranding (trovate il primo capitolo su Amazon) è stato un titolo fortemente legato all’ecosistema PlayStation, e la mossa di renderlo disponibile su Xbox sembra indicare la fine di un’esclusiva durata cinque anni, sin dal lancio originale del gioco.
Una mossa che non solo evidenzia il valore della community, ma che parla di una visione di inclusività e accessibilità: l’obiettivo di Kojima Productions sembra infatti quello di far arrivare Death Stranding a più persone possibile, senza vincoli di piattaforma.
Un dettaglio altrettanto importante riguarda la conferma, data a IGN US, che Kojima Productions ora detiene i diritti esclusivi di Death Stranding.
Questo cambio di scenario apre a una serie di scenari interessanti per il futuro del franchise.
Se in passato la collaborazione con Sony aveva portato alla creazione di una vera e propria esclusiva PlayStation, ora la proprietà totale dell’IP da parte dello studio di Kojima apre le porte a una maggiore libertà creativa e strategica.
Non è ancora chiaro cosa questo implichi per eventuali futuri capitoli della serie, come Death Stranding 2, ma il segnale sembra piuttosto chiaro: la visione di Kojima non è più confinata a una singola piattaforma, e il futuro del franchise potrebbe includere un’espansione anche su PC e Xbox.
L’ingresso di Death Stranding su Xbox ribadisce come l’industria sia in rapida evoluzione, in cui i confini tra le piattaforme si fanno sempre più sfumati e dove l’obiettivo diventa quello di creare esperienze condivise, capaci di connettere le persone al di là delle preferenze hardware.
Kojima Productions, con questa mossa, potrebbe aver posto le basi per una nuova fase di condivisione e accessibilità, dimostrando ancora una volta come l’esperienza videoludica possa diventare uno strumento di connessione globale.
Resta da vedere cosa riserverà il futuro per Death Stranding, ma una cosa è certa: la strada di Sam Porter Bridges continuerà a intrecciare le vite di nuovi giocatori, su nuovi orizzonti (e sappiamo già che il sequel sarà davvero strano).