Kingdom Come: Deliverance 1 Remake si farà? Arriva la risposta

Sir Tobi di Warhorse: nessun remake o remaster per Kingdom Come Deliverance, conferma il PR manager in una recente intervista.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Kingdom Come Deliverance 2 ha segnato un punto di svolta per Warhorse Studios, superando ogni aspettativa commerciale e critica nei primi mesi del 2025.

Con vendite 14 volte superiori al predecessore e il recupero dell'intero budget di sviluppo in appena 24 ore, il titolo (che trovate anche su Amazon) ha conquistato tanto la critica quanto il pubblico, diventando un caso di studio nell'industria.

Nonostante questo clamoroso successo, Warhorse ha preso una decisione inaspettata: nessun remake o remaster del primo capitolo della serie, nonostante le numerose richieste dei fan.

In un'intervista rilasciata a SxyBiscuit, Sir Tobi, PR manager di Warhorse Studios, ha chiarito la posizione dell'azienda riguardo al primo Kingdom Come Deliverance.

«Al momento non stiamo considerando di tornare a KCD1 in nessuna forma», ha dichiarato senza mezzi termini. Una scelta che potrebbe sembrare controintuitiva, considerando il potenziale commerciale di un'operazione simile, ma che riflette una visione strategica ben precisa.

La decisione di non riproporre il titolo del 2018 in versione aggiornata non deriva da una sottovalutazione della sua importanza, ma piuttosto dalla volontà di espansione del team di sviluppo.

Con circa 150 persone attualmente impegnate nella creazione di contenuti aggiuntivi e patch per Kingdom Come Deliverance 2, lo studio boemo semplicemente non dispone delle risorse necessarie per dedicarsi contemporaneamente a un remake.

La scelta di guardare avanti anziché indietro testimonia l'ambizione di Warhorse Studios, che punta a diversificare la propria produzione. Il management ha espresso il desiderio di lavorare su più progetti in parallelo, potenzialmente esplorando nuovi universi narrativi al di là della Boemia medievale che ha fatto la fortuna dello studio.

Ad ogni modo, nella mia recensione del secondo capitolo vi ho spiegato che «è un’opera per chi sa apprezzare il lento scorrere del tempo, il realismo portato all’estremo, il peso di ogni decisione. Ti immerge in un medioevo sporco, duro e implacabile, senza scorciatoie o concessioni. Vero anche che a volte si crogiola troppo nella sua stessa filosofia, dimenticandosi che tra simulazione e intrattenimento dovrebbe esserci un equilibrio. È affascinante, profondo, incredibilmente curato, ma anche punitivo e ostico. Non per tutti, ma chi lo amerà, lo amerà follemente.»

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