Jennifer Hale rivela: pagata $1.200 per doppiare Naomi nel primo Metal Gear Solid

Parlando dello sciopero dei doppiatori, Hale – voce anche della comandante Shepard in Mass Effect – ha spiegato i problemi del settore e quelli con l'IA.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Che l'industria dei videogiocatori abbia da diverso tempo degli intoppi nel modo in cui gestisce il lavoro dei doppiatori, è piuttosto cristallino.

Già qualche anno fa, infatti, gli artisti si erano riuniti in uno sciopero che aveva colpito i publisher, per chiedere condizioni di lavoro più eque – come turni di lavoro meno massacranti, o paghe commisurate ai progetti in cui vengono coinvolti. Tuttavia, quei problemi non sembra siano stati risolti, ma anzi ora si somma anche l'avvento dell'IA generativa, che praticamente potrebbe servirsi delle loro voci senza autorizzazione – e senza dare loro un centesimo.

Così, lo scorso giugno è arrivato un nuovo sciopero organizzato dalla SAG-AFTRA, del quale l'artista Jennifer Hale è particolarmente convinta. La doppiatrice è una delle voci più celebri dei videogiochi da ormai oltre vent'anni: tra i suoi ruoli più celebri troviamo di sicuro quello della comandante Shepard nella saga Mass Effect, ma anche quello della dottoressa Naomi Hunter in Metal Gear Solid (e in Metal Gear Solid 4, con anche il ruolo di Emma in MGS2).

Ma non solo, la lista dei lavori di Hale coinvolge la saga di Baldur's Gate, quella di Gears of War, quella di Halo, di Diablo, di BioShockCall of Duty, Dragon Age, Horizon, Bayonetta e Overwatch, per citarne solo alcuni.

Parlando ai microfoni di Variety, Hale ha evidenziato come i rischi e gli sbilanciamenti nel mondo dei doppiatori di videogiochi oggi siano numerosi, dall'avvento dell'IA ai compensi rispetto al successo dei progetti, che non sono proporzionati.

Compensi e proporzioni

Nel corso della sua chiacchierata, Hale ha raccontato a Variety di aver registrato le sue battute per Metal Gear Solid in due sole sessioni, che le sono valse un totale di $1.200, per il gioco uscito nel 1999 in Occidente (e che proprio oggi compie 26 anni in Giappone).

La cifra risulta molto piccola, se pensiamo che Naomi aveva un copione piuttosto lungo ed estremamente importante – di fatto, senza la dottoressa Hunter non può letteralmente esserci Metal Gear Solid, dal suo prologo all'epilogo.

Tuttavia, Metal Gear Solid ha incassato $176 milioni, quindi secondo Hale poteva permettersi di dare una fetta maggiore ai suoi doppiatori, qualcosa di commisurato al successo dell'opera.

«Vorrei che tutti si facessero la vera domanda» ha dichiarato la doppiatrice, «che è: 'ci sono un sacco di soldi che vengono fatti [con i videogiochi]. Dove stanno andando?'. Con l'assetto attuale, col modo in cui opera il nostro sistema e con questa supremazia degli azionisti, in tutto sta fluendo l'1%. E se fluisce questa quantità di soldi, praticamente non puoi nemmeno dare da mangiare alle persone che lo hanno reso possibile».

L'avvento dell'IA

In merito, invece, all'avvento dell'IA generativa, Hale non usa affatto mezzi termini: ci sono indubbiamente produttori che pensano di poter risparmiare sensibilmente ricorrendo all'intelligenza artificiale, ma quest'ultima per creare i suoi "contenuti" si basa comunque sul lavoro di persone in carne e ossa, che viene rielaborato senza il loro permesso e senza alcun corrispettivo economico. In pratica, quello che accade anche con l'AI generativa di immagini, o con quella che si spaccia per autrice di testi rimettendo in ordine parole che ha immagazzinato da altri.

Nelle parole di Jennifer Hale:

«L'AI sta venendo a prendersi tutti noi. Perché la verità è che l'AI è come un martello.

Se prendo il mio martello, posso costruirci una casa. Ma posso anche usare quello stesso martello per farti del male e distruggere chi sei».

Per questo, i doppiatori stanno chiedendo che le loro voci (e il loro aspetto) vengano protetti dall'uso delle IA generative.

«Se utilizzi qualcosa che nasce dai nostri corpi o dalle nostre voci, possiamo per favore venire pagati? Perché ora come ora stai utilizzando la tecnologia per impedirci di dare da mangiare ai nostri figli» ha chiuso Hale.

Lo sciopero dei doppiatori sembra insomma ben lontano dall'essere terminato. Non possiamo che augurarci che questa industria fatta di contraddizioni e di imbuti sempre più stretti – dove si taglia sui dev e sulle persone in quella che Hale ha definito «supremazia degli azionisti» – possa trovare un punto di equilibrio, per tornare a offrirci le voci più iconiche dei videogiochi.

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