Dopo la caccia alle streghe contro i videogame scatenatasi in seguito alla strage di Sandy Hook, finalmente arrivano buone notizie dagli Stati Uniti sul tema videogame: questa volta, a pronunciarsi è stato il presidente Barack Obama in persona, intervenuto nel corso di una conferenza su Google+.Il Presidente statunitense ha dichiarato che è, a suo avviso, fondamentale introdurre la programmazione informatica tra gli insegnamenti scolastici, dal momento che i bambini hanno un grande interesse nei confronti di Internet e dei videogames. Riuscire ad avvicinarli il prima possibile all’ambiente di programmazione li aiuterebbe a trovare un impiego in questo ambito molto più facilmente, al termine degli studi – sopratutto a coloro che non pensano di proseguire un ulteriore percorso formativo dopo aver frequentato l’high school.“Quello che sto cercando di fare” ha spiegato il presidente Obama, “è assicurarmi che stiamo lavorando affinché le scuole e le high school di tutto il Paese siano di grande importanza per le persone più giovani, non solo per coloro che pensano poi di ottenere un titolo di studio al college o di seguire altri studi di tipo avanzato.”Il presidente ha spiegato che, ad esempio, Mark Zuckerberg è un chiaro esempio di una persona che si è interessata alla programmazione grazie ai videogame, al punto da impararla da autodidatta.“Ci sono un sacco di persone giovani che, se fossero poste davanti a questi argomenti nelle high school – ‘ecco, così si creano i videogame, ecco di cosa hai bisogno, dovrai sapere la matematica, dovrai conoscere la scienza’ oppure ‘ecco, per far carriera come graphic designer si fa così, devi imparare queste cose e usare questi programmi’ – sono sicuro che si sentirebbero pronte a lavorare subito dopo la scuola, anche qualora non volessero proseguire con il college. E sono anche insegnamenti che conquisterebbero i ragazzini.”L’obiettivo del presidente Obama, quindi, è fare in modo che “i ragazzi non si limitino a consumare i prodotti informatici e per computer, ma siano anche in grado di produrli e crearli.”Una prospettiva ben diversa rispetto a quelle delle quali ci siamo abituati a sentir parlare nell’ultimo periodo.