Il 77% degli sviluppatori ammette di non testare a sufficienza i giochi prima del lancio

Modl.ai, azienda specializzata in QA, ha rivelato che il 77% degli sviluppatori di videogiochi non esegue test adeguati prima della pubblicazione.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Una nuova ricerca condotta da Modl.ai, azienda specializzata in QA (ossia Quality Assurance) tramite intelligenza artificiale, ha rivelato che il 77% degli sviluppatori di videogiochi non esegue test adeguati prima della pubblicazione dei loro titoli.

Lo studio, basato su un campione di quasi 300 sviluppatori professionisti negli Stati Uniti, evidenzia una realtà ormai sotto gli occhi di tutti: il lancio di giochi in condizioni tutt'altro che ottimali è diventato la norma.

Secondo il report (via Tech4Gamers), solo il 23% degli sviluppatori ritiene di investire abbastanza in fase di QA.

Il problema principale? I budget destinati ai test non crescono di pari passo con la crescente complessità dei giochi moderni.

Un dato che suona quasi ironico, considerando che oggi i videogiochi costano cifre astronomiche per essere sviluppati.

Eppure, il risultato finale è spesso un disastro. Cyberpunk 2077 (che trovate su Amazon) ha impiegato anni per diventare un prodotto all’altezza delle promesse.

Star Wars Outlaws, con un budget stimato tra i 200 e i 300 milioni di dollari, ha debuttato con una quantità imbarazzante di bug. Persino Starfield, progetto su cui Bethesda ha puntato tantissimo, è stato lanciato con più problemi che certezze.

Non sorprende, quindi, che oltre il 70% degli sviluppatori ammetta di non aver mai pubblicato un gioco completamente privo di bug.

Per affrontare il problema, la maggior parte degli sviluppatori guarda all’intelligenza artificiale come possibile salvezza.

Il 94% del campione intervistato ritiene che i sistemi di QA basati su IA siano il futuro. Tuttavia, la transizione è tutt’altro che imminente: al momento solo il 18% delle aziende sta realmente investendo nell’integrazione di questa tecnologia.

Per quanto mi riguarda, ogni volta che un gioco tripla A esce rotto, ci vengono servite le solite giustificazioni: il mercato è cambiato, lo sviluppo è più complesso, le aspettative sono più alte (e c'è già chi mette le mani avanti). 

Eppure, più i budget aumentano, più i giochi arrivano sul mercato in condizioni pietose. Forse è il caso di dire che, oltre alle difficoltà tecniche, il problema è un altro: la volontà di pubblicare giochi finiti e funzionanti sembra essere diventata secondaria rispetto alla corsa al day-one.

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