Microsoft ha annunciato un nuovo ciclo di licenziamenti che coinvolgerà diverse divisioni aziendali, tra cui quelle dedicate ai videogiochi, alla sicurezza e alle vendite.
Secondo quanto riportato da Business Insider (via GamesIndustry.biz), un portavoce della compagnia ha dichiarato che i tagli riguarderanno un numero ridotto di dipendenti, ma non ha fornito dettagli specifici su quante persone saranno effettivamente licenziate.
Sebbene la notizia possa sembrare isolata, il contesto è cruciale: questi licenziamenti non sono collegati ai tagli che erano già stati annunciati la scorsa settimana, che riguardavano lavoratori considerati sottoperformanti.
La dichiarazione ufficiale di Microsoft sottolinea il continuo impegno dell’azienda nel mantenere un livello elevato di performance tra i suoi dipendenti, con un focus sulla formazione e crescita professionale.
«Quando le persone non raggiungono gli standard, prendiamo provvedimenti appropriati», ha dichiarato il portavoce.
Un'affermazione che non solo evidenzia l’approccio severo della compagnia nei confronti dei risultati, ma che riflette anche una politica aziendale che sembra orientata a premiare e mantenere solo i migliori talenti.
Non è la prima volta che Microsoft compie scelte simili. Già lo scorso anno, la compagnia aveva ridotto di 1.900 unità il suo personale nel settore gaming, seguita da un altro ciclo di licenziamenti a settembre 2024 che ha colpito 650 lavoratori.
A quanto pare, la tendenza dei tagli, seppur mirata e concentrata su specifiche aree, sembra un’operazione necessaria per mantenere competitiva l’azienda in un mercato sempre più in evoluzione.
Ma al di là delle ragioni economiche e delle necessità di ottimizzazione, ogni annuncio di licenziamenti è un segnale inquietante che non si può ignorare.
Soprattutto in un settore come quello dei videogiochi, che dovrebbe essere alimentato da creatività, passione e innovazione.
Le parole di Microsoft sul "focalizzarsi sui talenti ad alte prestazioni" suonano tanto come una giustificazione aziendale quanto come una realtà che si allontana dall’aspetto umano di chi lavora in queste aziende.
Eppure, nella logica del mercato globale, sono i numeri a parlare e sono questi che sembrano dettare il destino di tanti professionisti del settore (che già lo scorso anno ha visto una vera e propria ecatombe).
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