I depositi dei contrabbandieri in The Witcher 3 erano troppi? Lo pensa anche CD Projekt

Se vi siete un po' persi tra i punti interrogativi nella mappa di The Witcher 3, sappiate che anche chi ce li ha messi pensa che sia stato un errore.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Chi di voi ha giocato The Witcher 3: Wild Hunt ricorderà sicuramente la presenza di tanti depositi dei contrabbandieri – dei punti di interesse sommersi che, facendo fare una nuotatina a Geralt, permettevano di recuperare alcune risorse tra le acque.

Se, tuttavia, questi depositi erano poco presenti nelle regioni principali del Continente, tra Velen e dintorni, dove gli specchi d'acqua non abbondavano di certo, CD Projekt RED potrebbe essersi fatta prendere un po' la mano a Skellige, dove i nascondigli messi a punto dai contrabbandieri erano tantissimi (59, per la precisione, contro i 5 in tutto il resto della mappa).

Sull'argomento, e sulla gestione dei punti di interesse per le secondarie, è intervenuto Philip Weber, oggi direttore per la campagna del nuovo The Witcher ma, all'epoca, junior quest designer di The Witcher 3: Wild Hunt (potete recuperare il gioco su Amazon).

Intervenendo in occasione dello streaming per i primi vent'anni della compagnia polacca (thanks, IGN), Weber ha scherzato sul fatto che la mappa del gioco fosse strapiena di "?" che indicavano potenziali punti di interesse. Depositi dei contrabbandieri compresi.

Nelle parole di Weber:

«Posso ammettere liberamente che sono una di quelle persone che ha sparso i punti di domanda per il mondo. Era già la fine del 2014 e quindi non mancava tanto all'uscita [di maggio 2015], quando abbiamo praticamente riempito il mondo di punti interrogativi».

Si tratta di una scelta di design che, oggi, Weber non replicherebbe, soprattutto per quanto riguarda i depositi dei contrabbandieri, sfuggiti completamente di mano a Skellige.

Come dichiarato dallo sviluppatore:

«Non avevamo tanto tempo, quindi ci siamo detti 'ok, dobbiamo farlo e non possiamo farlo in modo perfetto'. Comunque ho una cosa da dire in mia difesa: ho fatto un sacco di quei terribili – posso dire che erano terribili, li ho fatti io! – depositi dei contrabbandieri.

In origine, li avevamo messi nel mondo e ci avevamo piazzato dei gabbiani sopra, in modo che potessi identificarli vedendoli volare lì sopra in modo circolare. Non avevamo pianificato di mettere un'icona per quelli sulla mappa».

Icona che, invece, è arrivata, ed ecco che quei nascondigli hanno letteralmente bombardato la mappa di Skellige. Si trattava di un metodo per rendere più curioso il modo di trovare nuove risorse esplorando, per i giocatori, ma è finito con il diventare una sfida folle per i collezionisti.

«Concordo completamente con il dire che si è trattato di un errore» ha detto con grande franchezza Weber. «Non lo rifarei».

Per ora sappiamo poco del prossimo The Witcher a cui la casa polacca sta lavorando: sappiamo, però, che sarà una nuova esperienza in questo universo, non un mero The Witcher 4. Il che significa che, ad esempio, potrebbe non farci vestire i panni di Geralt di Rivia: a confermare questa ipotesi, che per ora rimane tale, è il fatto che il medaglione mostrato nelle prime immagini sembri quello dell'inedita Scuola della Lince, e non più quello della Scuola del Lupo di Kaer Morhen.

The Witcher 3: Wild Hunt è disponibile su PC, PS4, Xbox One e Nintendo Switch.

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