I dazi di Donald Trump potrebbero distruggere il mercato delle copie fisiche (e non solo)

Una nuova analisi del mercato videoludico proietta il futuro dei videogiochi in formato fisico e, in generale, dei prezzi potenziali.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Il 2025 sarà l'anno della nuova presidenza di Donald Trump, insediatosi nelle ultime ore, che tra le proposte future ha quella di instituire gli ormai famigerati dazi sul commercio.

La proposta di Trump, per favorire l'economia statunitense, è quella di introdurre un’imposta del 60% sui beni assemblati in Cina e un aumento tra il 10% e il 20% per quelli prodotti in altri paesi. Se n'era già parlato in passato e, oggi, arrivano altre analisi molto preoccupanti sul futuro economico del mercato videoludico.

Secondo Mat Piscatella (tramite VGC), direttore esecutivo per i videogiochi presso Circana, un’eventuale imposizione di dazi del 25% sulle importazioni dal Messico potrebbe portare a una diminuzione delle uscite di giochi in formato fisico negli Stati Uniti e a un aumento generale dei prezzi dei software.

La possibilità di questi nuovi dazi è stata ventilata da Donald Trump, che, dopo l’insediamento, ha dichiarato di voler rivedere gli accordi commerciali esistenti con Canada, Messico e Cina, citando preoccupazioni legate all’immigrazione illegale e al traffico di fentanyl.

Il motivo di questi possibili rincari e diminuzione di traffico commerciale è che gran parte delle infrastrutture di produzione per i giochi in formato fisico si trova in Messico, motivo per cui Piscatella ritiene che una tariffa di questa entità potrebbe ridurre drasticamente la quantità di titoli pubblicati su disco negli Stati Uniti.

Di conseguenza, i giochi fisici che continueranno a essere prodotti potrebbero vedere un aumento dei prezzi, il che avrebbe effetti a cascata sul mercato digitale, che potrebbe adeguare i prezzi per mantenere la parità.

In un mercato in cui i videogiochi sono in grande crisi, creativa e produttiva, un rincaro di questo tipo potrebbe rappresentare un ulteriore colpo di grazia e conseguente revisizione aziendale come abbiamo visto negli ultimi anni con i tanti licenziamenti. In Europa, per altro, le cose non vanno bene in generale per il mercato.

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