Quello sugli sforzi necessari per preservare i videogiochi è un dibattito da sempre molto acceso tra fan e addetti ai lavori, ai quali ha voluto dare una voce anche il leggendario game director Hideo Kojima in queste ore.
Il papà di Death Stranding (potete acquistare la Director's Cut in offerta su Amazon) ha infatti riflettuto in queste ore sulla fragilità dei videogiochi in sé, che in molti casi potrebbero non essere più giocabili nel prossimo futuro.
Un dibattito che è diventato particolarmente acceso dopo il caso scatenato da Ubisoft, con il publisher che alla fine ha dovuto fare dietro front sulla cancellazione di un Assassin's Creed.
Hideo Kojima sul proprio profilo Twitter ha infatti riflettuto sui momenti in cui ha deciso di unirsi all'industria videoludica, non nascondendo di voler creare classici senza tempo che sarebbero rimasti disponibili per tanti anni, proprio come i film di una volta.
Tuttavia, a differenza di quanto accade con i film, i videogiochi e gli hardware hanno «vita breve», così come i gusti di chi è effettivamente interessato a determinati prodotti.
Kojima sembra poi mostrarsi deluso dalla preservazione videoludica, sottolineando come presto i videogiochi «non potranno essere giocati», anche se alla fine riuscissero a sopravvivere gli oggetti stessi: i videogiochi non sono infatti creati per durare a lungo.
Tuttavia, pur non essendo preservati, il celebre autore sottolinea che i giochi hanno continuato a sopravvivere sotto forma di Meme: un concetto da sempre caro a Kojima, come i suoi fan certamente sapranno e come vi abbiamo raccontato recentemente nella recensione del suo libro dedicato.
2/2
— HIDEO_KOJIMA (@HIDEO_KOJIMA_EN) July 18, 2022
However, unlike movies, software, hardware, and tastes have a short life span. Even if the images and objects survive, they cannot be played. Still, it has survived as a MEME.
Sebbene siano stati notevoli passi in avanti per la preservazione videoludica, l'augurio è quello che si possa arrivare in futuro a una situazione in cui non si dovrà più temere non solo la degradazione del formato fisico in sé, ma anche i limiti delle versioni digitali. Del resto, è innegabile che c'è ancora tanta strada da fare.
Del resto, i casi più recenti hanno dimostrato che questo problema ha coinvolto perfino i film acquistati digitalmente, come sta succedendo con PlayStation Store in alcuni paesi, e non solo i videogiochi cancellati. Speriamo che nei prossimi anni i titoli non sopravvivano solo come idee, ma che continuino a rimanere giocabili ancora a lungo.