Harrison Ford loda Troy Baker per Indiana Jones: «Non serve l’IA per rubarmi l’anima»

A dimostrazione della sua posizione contro le IA, Harrison Ford ha citato anche il caso del videogioco di Indiana Jones.

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a cura di Marcello Paolillo

Senior Staff Writer

Con il suo ultimo film nei panni di Indiana Jones, in cui alcune scene lo hanno visto ringiovanito digitalmente, Harrison Ford è diventato oltremodo una leggenda.

Il suo personaggio è apparso di recente anche nel videogioco Indiana Jones e l'Antico Cerchio (che trovate su Amazon), doppiato però da Troy Baker.

Quando gli è stato chiesto se ha preso misure per controllare il proprio volto digitale, Ford ha risposto con il suo inconfondibile pragmatismo (via ResetEra):

«Non serve l'intelligenza artificiale per rubarmi l’anima. Puoi già farlo per pochi spiccioli, con buone idee e talento.»

Un commento tagliente, che dimostra il suo scetticismo verso il panico generato dall’uso dell’IA nel cinema. Per Ford, il problema non è la tecnologia in sé, ma come viene usata e da chi.

A dimostrazione della sua posizione, l’attore ha citato appunto il caso del videogioco di Indiana Jones. Nel titolo, a interpretare il leggendario archeologo non è stato lui, ma Troy Baker, che ha fornito voce e motion capture al personaggio.

Eppure, Ford non ha nulla da ridire su questa scelta: «Ha fatto un lavoro brillante, e non c’è voluta l’IA per farlo.»

Un’affermazione che va controcorrente rispetto alle preoccupazioni di molti attori di Hollywood, i quali temono che la propria immagine possa essere riutilizzata senza consenso attraverso strumenti di deepfake e AI-generated performances.

Il dibattito sull’uso dell’intelligenza artificiale per replicare attori scomparsi è più acceso che mai. Lo sciopero degli sceneggiatori e degli attori del 2023 ha visto proprio l’IA al centro delle preoccupazioni: fino a che punto gli studios possono usare la tecnologia senza il consenso degli artisti?

Ford, dal canto suo, sembra più preoccupato della creatività umana che della minaccia tecnologica. Se un artista è bravo, non ha bisogno dell’IA per sostituire un attore.

Il problema non è il progresso tecnologico, ma il modo in cui viene sfruttato dalle major. Hollywood ha sempre trovato modi per riutilizzare le icone del passato, l’IA è solo l’ultimo strumento disponibile. E alla fine, con o senza IA, Indiana Jones sopravviverà. Come ha sempre fatto, magari anche in sequel videoludici.

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