GTA 6, l'industria lo difende: ecco la grafica dei giochi work-in-progress

La grafica viene completata come prima cosa, secondo qualcuno che non ne sapeva niente

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Uno dei grossi problemi del web e dell'epoca dei social è la velocità straordinaria con cui questi spazi si riempiono di fesserie pontificate da chi non sa di cosa sta parlando.

Purtroppo, è anche il caso del mondo dei videogiochi, considerando quanto accaduto la scorsa domenica: sappiamo, infatti, che Grand Theft Auto 6 è stato protagonista di un corposo leak, di cui sarebbe stato arrestato il responsabile.

I video trafugati, che mostravano il gioco con un comparto grafico work-in-progress, hanno fatto gridare allo scandalo una discreta parte di giocatori, secondo i quali i lavori sarebbero «indietro» e il gioco avrebbe «una grafica PS3, peggiore di GTA 5».

Queste a loro modo innocenti lamentele sono state affiancate da quelli che si sono detti indignati in modo più vibrante, spiegando agli altri con convinzione che «la grafica è la prima cosa che viene completata in un gioco», e adducendo quindi che quella vista nei leak sarebbe la grafica finale che avrà il gioco alla sua uscita.

Proprio questa frase è diventata la chiave di una presa di posizione da parte dell'industria: decine di sviluppatori hanno iniziato a loro volta a pubblicare i video dei loro giochi work-in-progress, dimostrando che no, la grafica non è affatto la prima cosa che viene completata in un gioco. E ai primi video hanno fatto seguito decine e decine di altri, come segnalato da Insider Gaming.

Tra questi video compare ad esempio quello di Control, il titolo firmato da Remedy Entertainment, dove possiamo vedere che aspetto aveva la Oldest House prima che i lavori fossero conclusi. E, sì, ci sono alcune texture placeholder davvero divertenti che invitavano il giocatore a lanciare gli oggetti sparsi qua e là sfruttando i poteri della protagonista.

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Compare online anche un video che mostra i primi passi dell'originale The Last of Us, con Joel alle prese con il tettuccio di un autobus.

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Anche il recentissimo Cult of the Lamb (lo trovate su Instant Gaming), come potete vedere, non aveva esattamente lo stesso aspetto della release finale, mentre i lavori erano in corso.

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Anche Outriders, firmato da People Can Fly, era parecchio diverso, senza scomodare l'atteso A Plague Tale: Requiem, che rende molto bene l'idea e ribadisce con forza che, no, la grafica non è per niente la prima cosa che viene messa a punto e portata a termine per lavorare a un videogioco.

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Speriamo che il tempo che ci separa dall'uscita di GTA 6, insomma, trascorra in modo un po' più sereno di questi ultimi giorni.

Nel frattempo, però, l'industria si è fatta sentire e speriamo che anche i più scettici possano aver recepito il messaggio, smettendo di attaccare gli sviluppatori per l'aspetto grafico di un gioco che non era previsto fosse nemmeno mostrato al pubblico in quello stadio.

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