Grand Theft Auto V è un gioco ancora oggi seguitissimo, sebbene è emerso che la maggior parte dei giocatori ci ha messo sopra le mani quando aveva meno di 18 anni, nonostante il titolo sia sconsigliato ai minimo.
Il titolo Rockstar (di cui trovate l’edizione next-gen su Amazon) è infatti rigorosamente 18+, a causa dei contenuti violenti e volgari che caratterizzano il franchise.
Come riportato anche da GamingBible, la maggior parte dei fan di Grand Theft Auto V ammette di aver avuto meno di 18 anni la prima volta che ha giocato al titolo Rockstar.
Questo sembra essere il filo che accomuna i giocatori che si sono rivolti a Reddit per condividere le loro esperienze. Un utente rivela: «Mio padre mi ha lasciato guidare un po' quando avevo 10 anni, ma non mi ha lasciato giocare fino a 15 anni».
Un altro afferma che, sebbene fosse maggiorenne nel 2013, ha giocato il suo primo Grand Theft Auto quando aveva 9 anni.
Si è subito discusso se questi risultati schiaccianti fossero o meno il risultato di una "cattiva educazione". Un altro utente ha commentato: «Mi sento piuttosto combattuto su questo punto. Da bambino giocavo a molti videogiochi violenti, tra cui GTA, ma non so se lascerei che mio figlio (se mai ne avrò uno) giochi senza supervisione come facevo io, soprattutto perché sono molto più realistici».
In Europa, Italia inclusa, troviamo il PEGI, ossia la classificazione che si applica quando la violenza descritta raggiunge un livello simile a quello della vita reale.
Consente ai genitori e ai videogiocatori di ricercare in maniera molto semplice i videogiochi e le informazioni relative alla loro classificazione. Inoltre, contiene dettagli relativi ai sistemi di controllo parentale inclusi in tutte le diverse piattaforme di gioco fisse o mobili in commercio.
GTA V ha infatti un bollino PEGI 18, che consiglia quindi l'utilizzo solo ai maggiori di 18 anni.
Restando più o meno in tema, Shigeru Miyamoto non è contrario ai videogiochi violenti, ma allo stesso tempo si batte per trovare delle forme di intrattenimento diverse.
Ma non solo: mesi fa il presidente Emmanuel Macron ha accusato i social media e i videogiochi di aver "intossicato" i giovani e di aver alimentato i disordini in Francia.