Quando si parla di Grand Theft Auto 3, non è raro pensare alle corse spericolate, agli inseguimenti mozzafiato e alle sparatorie per le strade di Liberty City.
Tuttavia, uno degli aspetti meno discussi del gioco (che trovate nella trilogia rimasterizzata su Amazon) riguarda qualcosa di insospettabilmente banale: i semafori.
Uno degli sviluppatori di Rockstar, Obbe Vermeij, ha infatti condiviso alcuni dettagli curiosi sul funzionamento di queste luci semaforiche virtuali (via GR+).
Sembra che, inizialmente, l'intenzione fosse di rendere il traffico ancora più realistico, applicando una penalità ai giocatori che passavano con il semaforo rosso.
«Durante lo sviluppo di GTA 3, ho dato ai giocatori un livello di ricercato di 1 stella per aver passato col rosso. Questa idea non fu ben accolta dal team, e la rimuovemmo rapidamente», ha spiegato il dev.
Un'idea sicuramente interessante, pensata per migliorare l'immersione e aggiungere una nuova dimensione alla simulazione di traffico urbano.
Tuttavia, il risultato finale non fu altro che un ostacolo frustrante per i giocatori, che si sarebbero trovati a dover affrontare una continua caccia da parte della polizia solo per aver commesso una piccola infrazione.
In effetti, se ci pensiamo, le perenni "1 stella" di ricercato avrebbero potuto rendere ogni traversata un incubo, con i poliziotti che ti inseguivano anche mentre cercavi di attraversare una strada.
Vermeij ha anche spiegato come il gioco gestiva i semafori in modo sorprendentemente sofisticato.
I semafori in GTA 3 erano programmati per cambiare in tre modalità: Nord/Sud, Est/Ovest e Pedoni. La cosa sorprendente è che, anche se i pali dei semafori venivano abbattuti durante una folle corsa, le auto continuavano a rispettare il semaforo grazie alla logica del codice che legava la posizione del semaforo alla strada.
Questa funzione era davvero sorprendente per l'epoca. Era un esempio di come il gioco utilizzasse un sistema relativamente semplice per simulare un comportamento complesso, senza bisogno di un enorme impegno da parte degli artisti della mappa.
Riflettendo su questo aneddoto, è chiaro come GTA 3 fosse una vetrina di sperimentazioni che, sebbene non tutte siano state perfezionate, hanno comunque dato vita a un titolo che ha segnato una generazione.
D’altra parte, questa piccola curiosità evidenzia secondo me anche una cosa: anche i dettagli apparentemente insignificanti in un gioco possono rivelarsi fondamentali per la sua esperienza complessiva.
Del resto, parliamo di GTA 3, un cult che tra le altre cose è da poco approdato sul compianto SEGA Dreamcast, grazie ai fan.
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