Quello dei live service game è un tema fondante del mercato videoludico attuale, soprattutto quando vengono chiusi titoli più o meno all'improvviso o dove i giocatori hanno investito tempo o denaro, e i suddetti si ritrovano con il proverbiale pugno di mosche.
Secondo il governo del Regno Unito, tuttavia, non si può fare nulla al riguardo.
Come riporta VGC, infatti, è stata inviata una petizione online con oltre 10mila firme, rivolta al governo del Regno Unito, che chiedeva «proibire agli editori di disabilitare irrevocabilmente i videogiochi che hanno già venduto».
Questo è, infatti, il tema centrale del digital delivery e del perché è al centro di una rivoluzione sempre più pericolante dal punto di vista della futuribilità.
Per quanto riguarda i live service game, la chiusura di progetti come Concord o MultiVersus (che è gratis, almeno) lascia i giocatori in una situazione ancora più strana perché c'è un videogioco che sparisce o non è più giocabile online.
Tuttavia, pur riconoscendo le legittime preoccupazioni dei firmatari della petizione di cui sopra, in questo caso il governo del Regno Unito ha dichiarato che i giocatori sono già protetti.
«Siamo consapevoli dei problemi relativi alla durata di vita dei contenuti digitali, inclusi i videogiochi, e apprezziamo le preoccupazioni dei giocatori di alcuni giochi che sono stati interrotti», si legge nella risposta del Department for Culture, Media and Sport (DCMS), pubblicata il 3 febbraio in risposta alla petizione.
Al quale è seguito un importante chiarimento, per cui il governo ha dichiarato di non voler modificare la legge vigente sui consumatori in materia di obsolescenza digitale, assicurando per di monitorare il problema e prendere in considerazione «il lavoro pertinente della Competition and Market Authority (CMA) sui diritti dei consumatori e sui danni ai consumatori.»
«Non esiste alcun obbligo nella legge britannica per le aziende di software di supportare versioni precedenti dei loro prodotti», spiega il governo:
«Il processo decisionale spetta a tali aziende, tenendo conto dei fattori commerciali e normativi e rispettando la legge vigente sui consumatori. Ci possono essere occasioni in cui le aziende prendono decisioni basate sugli elevati costi di gestione del mantenimento di server più vecchi per giochi con basi di utenti in calo.
Il CRA conferisce ai consumatori importanti diritti quando stipulano un contratto con un commerciante per la fornitura di contenuti digitali, richiedendo che siano di qualità soddisfacente, adatti a uno scopo particolare e come descritto dal venditore. Potrebbe essere difficile e costoso per le aziende mantenere il supporto per vecchi software, in particolare se devono interagire con nuove tecnologie.»
La questione è emersa in seguito a casi come la rimozione di The Crew da parte di Ubisoft nel 2023, che ha reso il gioco completamente inaccessibile lo scorso anno, e con i live service in arrivo da tante altre aziende è una questione sempre più importante da seguire.
Almeno per quanto riguarda la consapevolezza qualcosa è stato fatto. In piattaforme come Steam, infatti, ora viene specificato in maniera chiara che non si possiede il gioco in questione ma solo la licenza di poterlo utilizzare.