Gli illuminati di The Secret World

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a cura di Metalwing

In una carrellata sul reclutamento degli Illuminati e sulle loro missioni classificate nel RPG online The Secret World, lo studio di sviluppo Funcom ha rivelato, sul sito MMORPG.com, che i giocatori dovranno trovare la propria strada nel quartier generale della fazione a New York, nel quale verranno sottoposti a test psicologici: la fazione degli Illuminati è spietata e non accetta il fallimento, per cui i membri devono sopravanzare i loro compagni per andare avanti nell’organizzazione. In una missione classificata, ad esempio, ai giocatori è richiesto di scavare negli affari sporchi di un politico emergente sul quale gli Illuminati vogliono ottenere il controllo. Quello che il giocatore troverà sarà una trappola tesa dalla fazione dei Dragoni: il vero test inizia nel tentativo di fuggire.Durante un’intervista, il lead content designer Joel Bylos ha affermato che gli Illuminati non dovrebbero essere i cattivi del gioco, nonostante la loro fissazione sull’accumulo di ricchezze e potere.”Gli Illuminati sono incentrati sull’acquisizione del potere e, se questo comporta una certa flessibilità etica, allora faranno di tutto per impossessarsene.“, ha spiegato Bylos, “Tutte le fazioni sono impegnate nella guerra contro l’aumentare dell’oscurità. Questo è il conflitto centrale del gioco e le fazioni si ritroveranno in alleanze improbabili per combattere questa Rising Darkness. Anche gli Illuminati, che è forse la più apertamente egoistica delle fazioni, riconoscerà questa come una minaccia per i loro piani per il futuro e farà fronte comune con le altre.“.Alla domanda per quale tipo di giocatore sarebbero consigliati gli Illuminati, Bylos ha dichiarato che chiunque può utilizzarli, seguendo la linea guida “colui che ha i soldi, fa le regole”.”Chiunque creda che sia il diritto di pochi, i quali hanno colto l’occasione, per decidere il destino del mondo per i molti, e chiunque abbia mai sentito parlare di burattinai invisibili del mondo e del pensiero. Quindi anche io potrei giocarci!“.

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