È decisamente grottesco assistere a report del genere per gli autori di videogiochi come Life is Strange, dove l'accettazione e l'empatia sono temi fondanti, ma a quanto pare il lato oscuro dell'industria dei videogiochi non smette mai di sorprenderci negativamente.
IGN US ha compilato un report inquietante per Deck Nine, autori di Life is Strange: True Colors, nuovo corso dell'amatissima saga inaugurata da Don't Nod anni fa.
L'atteggiamento più assurdo che il report racconta è la volontà di Deck Nine di nascondere simboli che inneggiano al nazismo all'interno del gioco, il che è anche surreale solo da scrivere e leggere.
Gli sviluppatori hanno notato un riferimento al numero 88 e hanno segnalato il problema ai loro capi presumendo che si trattasse di un errore innocente. Ma nelle settimane successive, altri trovarono segni ed etichette più problematici, come riferimenti a un meme razzista, il numero 18, e alla runa Hagal. Man mano che il numero di possibili simboli di odio aumentava, il personale era sempre più preoccupato che qualcuno stesse inserendo questi oggetti nel loro gioco deliberatamente come un modo per ingraziarsi i suprematisti bianchi.
Ovviamente il problema non è il simbolo nazista in sé che, in produzioni in cui hanno un senso dal punto di vista narrativo come un Wolfenstein (trovate gli ultimi capitoli su Amazon), hanno un loro motivo di esistere, ma non in Life is Strange. Per narrativa e intenzioni, come detto prima, i videogiochi della serie sono ben lontani dalla promozione dell'ideologia nazista. Come ogni persona sulla Terra dovrebbe essere, per altro.
Riguardo la segnalazione dei simboli nazisti gli sviluppatori hanno raccontato di non aver avuto più aggiornamenti, ma a quanto pare è solo la proverbiale punta dell'iceberg di una cultura tossica all'interno di Deck Nine.
Nel report (che vi consigliamo di leggere per intero), le fonti di IGN US evidenziano casi di molestie sessuali, bullismo, transfobia e altre tossicità, che secondo quanto riferito i dirigenti senior hanno lasciato "non affrontati per mesi".
Tra le testimonianze ci sono molestie e aggressioni da parte di un programmatore senior nei confronti del personale femminile. Una situazione per cui il management avrebbe scelto di non agire, gestito i reclami semplicemente spostando le scrivanie del suo team più lontano dagli altri dipartimenti in modo che le sue urla non potessero essere ascoltate.
Le storie di abusi non si fermano neanche al team narrativo, in maniera surreale responsabile degli aspetti più delicati del gioco, che pare abbia dovuto affrontare sessismo, molestie, bullismo, transfobia, microaggressioni, alienazione e altro da parte dell'azienda in generale. Alcuni di questi, dopo una serie di casi che il management ha continuato allo stesso modo a non affrontare, hanno deciso di lasciare Deck Nine non vedendo altre soluzioni.
La storia è decisamente grottesca e, sfortunatamente, non è affatto l'unica volta che la sentiamo nel mondo dei videogiochi: Star Citizen, Daedelic e Activision sono solo alcuni dei nomi più in vista degli ultimi anni, per quanto riguarda le condotte tossiche sul lavoro.
Nel momento attuale, Square Enix non ha commentato la vicenda mentre Deck Nine prende prevedibilmente le distanze dalle storie emerse dal report.