Giochi come Tekken non sono più adatti ai giovani, secondo Harada

Katsuhiro Harada parla del modo in cui i giovani giocatori approcciano i videogiochi, e Tekken 8 (e non solo) non può intercettarli.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Il mondo dei videogiochi sta cambiando, inevitabilmente, e di questo se n'è accorto Katsuhiro Harada, director di Tekken 8, che di recente ha spiegato come i videogiocatori più giovani non apprezzino più i titoli dove c'è una grande competizione uno-contro-uno.

In un recente podcast (tramite VGC), Katsuhiro Harada ha condiviso una interessantissima riflessione su cosa i videogiocatori più giovani cercano oggi dai videogiochi competitivi e, secondo lui, la nuova generazione preferisce i giochi di squadra.

Nell'ultima edizione del podcast Game Maker's Notebook dell'Academy of Interactive Arts & Sciences, Harada ha parlato della serie di Tekken niente meno che con Shuhei Yoshida di PlayStation.

Parlando dell'evoluzione del genere dei picchiaduro, Harada ha spiegato che sarà necessario trovare una formula per il gioco a squadre, perché la competizione uno contro uno non può più funzionare per i giovani.

«In Giappone, e probabilmente nella maggior parte del mondo, la mia generazione è numerosa. [...] Ciò ha reso la nostra società competitiva», ha spiegato Harada prendendola alla larga ma, in ogni caso, centrando il punto in un successivo approfondimento:

«Se facevi domanda per una scuola o per un lavoro, c’era sempre molta concorrenza. Per questo motivo, le persone della mia generazione preferiscono risultati definitivi, un chiaro vincitore e un perdente. [...] Ma la maggior parte dei giovani oggigiorno è l’opposto. Raramente sono desiderosi di impegnarsi in scontri uno contro uno. Inoltre, poiché i giochi di combattimento ti mettono da solo contro un singolo avversario, devi assumerti tutta la responsabilità se perdi. Non puoi incolpare nessun altro.»

Harada prende come esempio gli shooter a squadre, dove appunto la vittoria o la sconfitta è complessiva, spiegando come oggi questo tipo di videogiochi fornisce anche premi individuali a ciascun giocatore.

Uno dei primi a farlo fu Overwatch, aggiungiamo noi, e oggi è una dinamica che viene adottata da tantissimi videogiochi competitivi a squadre.

Ma come si possono modificare i picchiaduro per accogliere le dinamiche di squadra? Harada ha detto:

«Non sto dicendo che dovremmo improvvisamente trasformare un gioco di combattimento in un puzzle game o in un gioco di strategia in tempo reale. [...] Potrebbero optare per battaglie di squadra, come le partite 3 contro 3. Penso che potremmo voler incorporare questo aspetto nelle classifiche ufficiali della modalità online. Forse le partite di squadra potrebbero avere posizioni all'interno di una squadra, qualcosa di simile all'ordine dei compagni di squadra nelle partite di judo.»

La riflessione di Harada sui giochi competitivi è molto interessante e, nel tempo, vedremo come videogiochi del calibro di Tekken 8 o altri picchiaduro si potranno trasformare per accogliere le necessità del nuovo pubblico (che intanto si può godere il nostalgico Eddy).

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