I rimborsi promessi da CD Projekt RED su Cyberpunk 2077 hanno scatenato una bagarre tra rivenditori digitali e fisici che non erano stati messi al corrente a dovere della situazione e, presi alla sprovvista, si erano rapidamente sottratti ad un obbligo che non gli spettava.
Tra questi figura anche GameStop che, come abbiamo segnalato in una notizia a ridosso dell'uscita dello shooter RPG, aveva in un primo momento dato ordine ai propri dipendenti di non accettare richieste di rimborsi.
Stando ad una memo interna fornita ai dipendenti e ottenuta da Kotaku, però, la politica della catena sarebbe ora cambiata, perlomeno sul fronte internazionale.
Le restituzioni del gioco ora verranno accettate, si legge in questa nota, anche se questo è già stato aperto, mentre i dipendenti dovranno apporre l'etichetta "Difettoso" prima di spedirlo presso i magazzini della catena.
GameStop non ha voluto commentare questo cambio di politica ma a quanto pare ci sarebbe stato e sarebbe stato anche evidente.
La policy tradizionale del negozio prevede che le restituzioni vengano accettate soltanto con i giochi non aperti, per cui Cyberpunk 2077 - aperto e giocato nella gran parte dei casi - costituisce un'eccezione importante.
Le restituzioni e i relativi rimborsi saranno comunque accettate soltanto entro 30 giorni dall'acquisto, dopodiché non saranno più coperte da questa eccezione.
CD Projekt RED si è prodigata allo stesso modo ma soltanto fino a ieri 21 dicembre di garantire rimborsi a tutto spiano, promettendo che se fosse stato necessario ci avrebbe rimesso di tasca propria.
Considerando che i principali player come Sony e PlayStation Store sono stati convinti, sembrerebbe che questa evenienza sia stata sventata.
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