In attesa di poter vedere nuovamente in azione Final Fantasy VII Rebirth, gli sviluppatori di Square Enix hanno colto l'occasione per non voler mai nascondere tutta la loro ambizione per la produzione della seconda avventura di Cloud Strife e dei suoi amici.
Il sequel di FF VII Remake (che trovate su Amazon), così come farà il sedicesimo capitolo della saga, ha ufficialmente abbandonato la struttura da gioco di ruolo a turni per abbracciare una natura molto più orientata all'action, modernizzando così la storica saga.
Una modifica su cui abbiamo anche avuto modo di riflettere recentemente in un nostro speciale, ma che non per questo significa che Square Enix intenda ostacolare chi vuole un'esperienza di gioco più rilassata: il battle lead programmer ha infatti sottolineato il suo desiderio per il sequel di Remake, facendo riferimento a una delle meccaniche più amate di Final Fantasy XII.
Push Square riprende infatti un'interessante dichiarazione di Satoru Koyama nella guida giapponese di Final Fantasy VII Remake, tradotta dall'account Twitter Shinra Archaeology Department e che svela tutta l'ambizione di Rebirth: le meccaniche di combattimento dovranno infatti superare i celebri Gambit di FF XII.
Per chi non li ricordasse, il sistema Gambit era una meccanica avanzata per la gestione dell'intelligenza artificiale, che permetteva di programmare ogni specifico comportamento dei vostri compagni in ogni situazione, togliendo così la preoccupazione di dover continuamente gestire manualmente ogni personaggio.
Una meccanica particolarmente complessa e che ancora oggi viene ricordata come uno dei migliori sistemi di tutto il franchise, ma che Final Fantasy VII Rebirth dovrà essere in grado di superare:
«Vorrei creare una IA che possa gestire una varietà di abilità e magie. Il mio desiderio è superare il sistema Gambit di Final Fantasy XII.Vorrei anche concentrare più energia in alcuni aspetti che supportino il controllo dei giocatori, come la Modalità Classica, in cui i personaggi combattono automaticamente. Credo sia un peccato quando le persone non riescono a giocare un gioco a cui sono interessati solo perché non sono abbastanza brave con meccaniche orientate all'azione».
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Insomma, perché venga fuori davvero un sequel memorabile, Rebirth dovrà essere in grado non solo di riuscire a non far più rimpiangere il sistema Gambit, ma anche offrire opzioni che permettano ai giocatori di potersi prendere il tempo che gli serve e programmare al meglio le azioni anche durante la battaglia.
Vedremo se effettivamente Square Enix riuscirà nel suo intento nel gioco completo: per il momento, non possiamo fare altro che incrociare le dita e attendere di rivedere il sequel di Remake nuovamente in azione.
Un'attesa che, stando alle ultime parole del publisher, potrebbe rivelarsi anche più lunga del previsto, sebbene il titolo sia tecnicamente ancora previsto in uscita per la fine del 2023.
In ogni caso, anche queste dichiarazioni che vi abbiamo riportato sembrerebbero confermare la volontà di rendere Final Fantasy VII Rebirth un capitolo molto accessibile, adatto anche a chi non ha finito Remake o per chi lo vuole giocare come primo capitolo della saga.