Aggiornamento 30 settembre, ore 14.07
Attraverso un portavoce, Electronic Arts ha fornito un commento ufficiale sulla questione, inviandoci una nota in cui ha fatto sapere che la pubblicità non sarà più distribuita sulle rimanenti copie del catalogo 2020 di Smyths.
Di seguito, il commento integrale ricevuto da SpazioGames:
Prendiamo molto sul serio le responsabilità che abbiamo quando promuoviamo EA Games in canali visti dai bambini. Nonostante ciò, siamo consapevoli che la pubblicità per i FIFA Points è apparsa in contesti dove non sarebbe dovuta apparire. Abbiamo lavorato diligentemente con Smyths per garantire che questa pubblicità non venga più distribuita nelle copie rimanenti del loro catalogo 2020. Abbiamo anche intrapreso un'immediata revisione di tutti i futuri posizionamenti sui media e stiamo lavorando per garantire che ciascuna delle nostre attività di marketing rifletta meglio la responsabilità che ci assumiamo nei confronti dei nostri giocatori più piccoli.
La presa di posizione promette quindi che problemi come questo, dopo le polemiche delle scorse ore, non si verifichino più in futuro.
Originale
La questione delle microtransazioni e degli acquisti con valuta reale all'interno dei videogiochi è sempre estremamente dibattuta. Dopo Star Wars: Battlefront 2, ad esempio, divenne un discorso politico su più fronti, con numerose nazioni se si domandavano se le meccaniche affidate al caso e alla fortuna, come le loot-box o gli spacchettamenti di carte nei giochi sportivi, non siano da ricondursi agli stessi meccanismi del gioco d'azzardo. Se così fosse, sarebbe allora necessario evitare che i minorenni possano accedervi facilmente.
Il dibattito ha portato a esiti diversi in parti del mondo diverse, arrivando anche a delle class action nei confronto di Electronic Arts nei riguardi delle carte di FIFA Ultimate Team, la celebre modalità online del suo titolo calcistico. Ora è tornato sotto i riflettori in Regno Unito, a causa di una pubblicità di FIFA 21 inclusa nella rivista in-store della nota catena Smyth Toys, specializzata nella vendita di giocattoli.
In una pagina della rivista, indirizzata ovviamente ai giovanissimi clienti in cerca di giocattoli, vediamo infatti che viene indicato come diventare vincenti in FIFA Ultimate Team all'interno del prossimo titolo di calcio. A far discutere è il secondo punto della guida, dove viene detto «utilizza i FIFA Point per aprire i pacchetti».
I FIFA Point sono la valuta virtuale in-game che è possibile ottenere non semplicemente giocando, ma pagando con denaro reale. Fatto questo step, la guida prosegue con il punto 3, appetibile per qualsiasi giocatore: «costruisci la squadra dei tuoi sogni».
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È possibile che questa pubblicità sia standard per tutta la carta stampata e che non fosse intenzione di EA sottoporla specificamente al pubblico di giovanissimi di Smyth Toys, ma alla segnalazione del caso sui social ha fatto seguito quella di un ulteriore utente evidenziata dai colleghi di VGC che, con una foto di un altro cartellone pubblicitario dello scorso anno, dedicato a FIFA 20, faceva notare gli stessi esatti step che invitavano in modo chiaro all'uso delle microtransazioni.
Sicuramente una mossa pubblicitaria di questo tipo convincerà ulteriormente i Paesi che considerano le microtransazioni come gioco d'azzardo. Vedremo se arriveranno commenti ufficiali in merito oltre a quelli passati, e se Electronic Arts deciderà di rivedere la strategia per evitare una messa in vetrina così aggressiva dei FIFA Points – una modalità, quella degli Ultimate Team, che tra FIFA, NHL e Madden ha messo in tasca alla compagnia per il terzo anno di seguito oltre $1 miliardo di entrate anche nell'ultimo anno fiscale.
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