Ex GTA attacca i giochi "incompleti" al lancio: «Incoraggiano sviluppi peggiori»

Un ex sviluppatore di GTA ha attaccato la recente pratica di rilasciare consapevolmente videogiochi con numerosi bug, con conseguenti patch al day-one.

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a cura di Francesco Corica

Staff Writer

Non si può ormai negare che gli aggiornamenti sono diventati parte fondamentale del supporto a lungo termine dei videogiochi, in grado di permettere agli sviluppatori di continuare ad aggiungere contenuti anche dopo il day-one effettivo del gioco.

Non si tratta solo di espansione e DLC, ma anche delle patch disponibili al day-one: ormai è sempre più difficile riuscire a trovare un videogioco che non chieda ai suoi utenti di scaricare un aggiornamento anche dopo aver acquistato un titolo in negozio il giorno stesso dell'uscita.

Questa tendenza ha spesso acceso dibattiti tra le community online, tra chi ritiene che siano ormai fondamentali e chi invece ha attaccato questa pratica, ritenendo che possa essere solo una scusa per fare uscire giochi "incompleti" al day-one.

E considerando che recentemente anche gli autori di Stalker 2 hanno ammesso di aver rilasciato volutamente un gioco buggato con l'intenzione di sistemarlo con gli aggiornamenti, possiamo dire che non si tratta più di una semplice supposizione.

GamesRadar+ segnala che tra i più critici riguardo questa pratica ormai comune c'è anche Colin Anderson, oggi managing director di Denki Games ma che in passato ha contribuito allo sviluppo dei primi due capitoli di GTA come audio manager (trovate il quinto capitolo della saga su Amazon).

Con un post pubblicato sul suo profilo social X, l'ex Rockstar e GTA si dice infatti convinto che questa pratica abbia semplicemente giustificato uno sviluppo peggiore dei videogiochi, dato che adesso si può usare come scusa la possibilità di sistemarli dopo il lancio:

«In quanto sviluppatore, mi manca la disciplina di quando sapevi che non c'era modo di "aggiustare" un gioco non appena veniva prodotto.

La mentalità odierna delle "Patch Day Zero" incoraggia soltanto pessime pratiche gestionali e di sviluppo, rendendola anche una peggiore esperienza per l'utente».

Effettivamente chi possiede connessioni internet lente di certo non ha ricevuto alcun aiuto da queste pratiche, dato che spesso non è neanche in grado di avviare un gioco acquistato al day-one a causa dei download obbligatori.

L'ex sviluppatore ha paragonato questa pratica alle storiche gestioni delle musiche e dei film: anche questi medium utilizzano spesso la pratica di sistemare il tutto in sala di mixaggio o post-produzione, ma per i videogiochi la stessa pratica viene utilizzata con le patch post-lancio o day-one.

Inutile dire che le sue affermazioni hanno già riacceso il dibattito tra i giocatori, tra chi rimpiange i "bei vecchi tempi" senza patch e chi invece sostiene che comunque i pregi delle patch superino i difetti in fase gestionale e di sviluppo. Discussioni che, con molta probabilità, non finiranno molto presto.

Restando in tema di ex sviluppatori in casa Rockstar, recentemente vi abbiamo condiviso dichiarazioni molto interessanti di un altro autore, che spiega la bizzarra ma efficace strategia marketing di GTA 6.

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