Esperto svela: «nei brevetti Sony definisce Microsoft e Nintendo inferiori»

Un veterano dei brevetti afferma che quelli depositati da Sony per PlayStation usano un linguaggio "particolare" per definire i concorrenti.

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Non è una sorpresa che tutte le compagnie, non solo quelle che si occupano di videogiochi, siano particolarmente "gelose" di quello che brevettano. È più sorprendente, invece, quanto evidenziato da Florian Mueller, esperto proprio del mercato di brevetti e autore del blog specializzato FOSS Patents, che in queste ore ha fatto parlare di una questione che coinvolge proprio l'industria videoludica: il linguaggio che Sony utilizzerebbe per riferirsi alle dirette concorrenti, all'interno dei suoi brevetti.

Come evidenziato da Mueller (thanks VGC), «da oltre una decade, i brevetti di Sony denigrano Microsoft e Nintendo come 'produttori inferiori' di console per videogiochi».

Un linguaggio che l'esperto di brevetti etichetta come «gratuito, puerile e poco professionale».

All'interno del suo blog, l'esperto approfondisce ulteriormente la questione, affermando di sapere che si tratta di una scelta di parole che va avanti almeno dal 2011 e che ritiene del tutto inadatta alla sede dei brevetti, poiché «i brevetti non sono intesi come strumenti di propaganda per i guerrieri della console war».

In particolare, nei brevetti di Sony viene evidenziata la ricorrenza dell'espressione «[...] un sistema di intrattenimento da un produttore differente, sebbene inferiore», quando nei documenti si fa riferimento o ad hardware Xbox, o ad hardware di casa Nintendo.

Secondo l'esperto:

«Fare riferimento ai concorrenti indicandoli generalmente come 'inferiori' è gratuito, stupido, puerile e poco professionale. Anche se quei produttori fossero in effetti inferiori, non starebbe a significare che, qualsiasi invenzione di Sony un brevetto si preponga di descrivere, per definizione quella sia innovativa e meritevole di tutela».

E, a tal proposito, Mueller non le manda a dire, nella sua analisi, spiegando:

«Se Sony vuole fare pubblicità comparativa, lo può fare ma in un'altra sede.

I giocatori non sceglieranno quale prodotto acquistare in base al linguaggio utilizzato da Sony all'interno delle sue richieste di brevetto».

Secondo l'esperto, insomma, i documenti per la richiesta di un brevetto sono semplicemente la sede sbagliata dove utilizzare un linguaggio che mandi delle "frecciatine" ai diretti concorrenti, dal momento che parliamo di carte riservate agli addetti ai lavori e che devono descrivere nel modo più chiaro possibile quanto intendono registrare.

Mueller evidenzia come questa espressione, «produttori differenti, sebbene inferiori», compaia in almeno una dozzina di brevetti depositati – come potete vedere nella lista completa a questo indirizzo.

Dal momento che anche il sito GameRant aveva approfondito la vicenda, Mueller chiude la sua disamina spiegando che l'ipotesi avanzata dal sito – ossia, che Sony abbia inasprito i toni dopo il via all'acquisizione di Activision Blizzard (telenovela che dura ormai da un po' di tempo) – non possa ritenersi fondata.

«La lista mostra che Sony [usa questo tipo di linguaggio] in modo sistematico da oltre dieci anni. Non è attribuibile all'orgoglio per aver inventato qualcosa, è solo folle».

Per completezza, come segnalato pure da VGC, segnaliamo anche che Mueller su LinkedIn riporta di aver lavorato, in passato, per Activision Blizzard, mentre nella sua descrizione sul blog afferma di avere tra i suoi clienti attuali anche Microsoft.

PlayStation 5 e Xbox Series X|S, console di attuale generazione rispettivamente di Sony e Microsoft, sono disponibili sul mercato da novembre 2020. Nintendo Switch è stata lanciata a marzo 2017.

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