DOOM è stato portato su decine di dispositivi, ma non è mai stato giocabile in questo modo.
La serie (i cui vari capitoli li trovate anche su Amazon) è infatti da anni bersaglio di programmatori e fan.
I ricercatori di Google hanno infatti generato una versione IA del classico sparatutto in prima persona retrò interamente tramite rete neurale, basandosi su clip di gioco.
Si tratta di una pietra miliare, anche se inquietante, registrata in un documento pubblicato questa settimana dal titolo “Diffusion models are real-time game engines” (via Eurogamer).
Il documento spiega come un piccolo team di Google sia stato in grado di “simulare interattivamente” una versione di DOOM, con solo una probabilità leggermente migliore di quella casuale che gli esseri umani siano in grado di notare la differenza.
Gli esseri umani devono comunque giocare prima a DOOM, per fornire i filmati di gioco che vengono poi inseriti in GameNGen, il motore di gioco del team di ricerca che è alimentato interamente da un modello neurale.
È lo stesso principio dell'ormai comune capacità dell'intelligenza artificiale di apprendere da immagini statiche e di generarle, grazie all'immagazzinamento di enormi quantità di dati di dubbia provenienza online.
GameNGen produce quindi fotogrammi in sequenza basati sull'apprendimento di quel gameplay, che vengono poi riprodotti a 20 fps con una qualità visiva paragonabile all'originale (più o meno).
«È possibile che un modello neurale eseguito in tempo reale simuli un gioco complesso ad alta qualità?», si chiede il documento.
«In questo lavoro dimostriamo che la risposta è sì. Pur non essendo una simulazione esatta, il modello neurale è in grado di eseguire aggiornamenti complessi dello stato di gioco, come il conteggio della salute e delle munizioni, l'attacco dei nemici, il danneggiamento degli oggetti, l'apertura delle porte e la persistenza dello stato di gioco su lunghe traiettorie».
GameNGen dimostra che i giochi generati automaticamente sono possibili, in modo simile a come le immagini e i video sono stati generati da modelli neurali negli ultimi anni.
Ovviamente, a parere di chi scrive nessuno può rimpiazzare il genio e il "cuore" infuso da una programmazione umana.
L'IA stia già cambiando per sempre lo sviluppo dei videogiochi, con risultati positivi ma soprattutto negativi, visto che gli scioperi di questi mesi sono nati proprio per questo motivo.