Entro il 2028 le copie fisiche saranno (quasi) un ricordo

L'analista Mat Piscatella, guardando al mercato, ritiene che entro il 2028 i giochi Xbox e PlayStation saranno prevalentemente digitali.

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a cura di Stefania Sperandio

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C'è un trend che sta facendo discutere gli amanti delle copie fisiche dei videogiochi, ultimamente, ed è il fatto che anche grandi publisher stiano sposando l'idea di distribuire i loro giochi solo in formato digitale – una cosa già accaduta solo ai giochi PC, da quando i lettori CD/DVD non sono più lo standard su ogni computer.

Da poco se n'è parlato tanto in occasione della conferma che Alan Wake 2, seppur prodotto da un gigante come Epic Games, sarà solamente digitale; e se n'è parlato nelle scorse ore, quando è emerso che SEGA vuole seguire la stessa strada per il suo Like a Dragon: Gaiden.

Il futuro dei videogiochi, quindi, diventerà solo digitale? Secondo l'esperto di mercato e analista Mat Piscatella, si direbbe proprio di sì – e abbastanza a stretto giro.

Sul suo profilo Twitter, analizzando l'andamento del mercato, l'analista ha spiegato:

«Le uscite AAA solo digitali sono realtà. Nel corso dei prossimi due anni questo trend andrà ad accelerare ed entro il 2028, più o meno, penso che sarà la norma per la maggior parte delle uscite PlayStation e Xbox.

Nintendo probabilmente non si muoverà altrettanto velocemente, ma nel loro caso come sempre sono pieni di sorprese».

Effettivamente, sappiamo che sia Sony che Microsoft hanno già pensato a uno scenario dove i giochi fisici non esistono più: è il motivo per cui esiste PS5 Digital (e di conseguenza non c'è la copia fisica dei giochi, ma solo digitale, nelle Collector's Edition dei titoli Sony). Ed è il motivo per cui esiste Xbox Series S (la trovate su Amazon), la piccolina di casa Xbox pensata per scaricare i giochi o, meglio ancora, per lanciarli in cloud da Game Pass.

Se lo scenario profilato da Piscatella si realizzasse, è vero che ci sarebbe meno "consumo" per la mancanza del supporto fisico (e quello che ne consegue per masterizzare, distribuire, impacchettare i videogiochi), ma lo è anche che sarebbe difficile preservare alcuni titoli, che se rimossi da uno store non si potrebbero più recuperare... per sempre.

«Molti publisher di videogiochi non sono affatto interessati alla preservazione dei giochi» ha aggiunto Piscatella, in risposta a un giocatore che faceva proprio notare come, con la possibile rimozione di un gioco dagli store e la sua scomparsa, i videogiochi vadano ormai considerati come un bene temporaneo e non da collezionare.

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