Edward Snowden, proprio lui, attacca Nvidia: «Reato monopolistico»

Dopo il lancio delle schede serie RTX 50, Edward Snowden ha usato parole poco lusinghiere per Nvidia e le sue politiche.

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a cura di Valentino Cinefra

Staff Writer

Il lancio delle nuove GPU Nvidia RTX Blackwell ha scatenato reazioni negative, ma nella community dei videogiocatori che hanno commentato le notizie non ci potevamo certo aspettare Edward Snowden.

Sì, quel Edward Snowden, l'ex-analista della NSA, noto per aver rivelato informazioni sui programmi di sorveglianza degli Stati Uniti nel 2013.

L'informatore ha usato parole decisamente pesanti per il debutto della serie RTX 50 di Nvidia. Precisamente, ha definito le politiche dell'azienda un «crimine monopolistico contro i consumatori».

Lo ha fatto in un post su X, che ovviamente ha centralizzato le attenzioni della community.

«Le infinite riflessioni sul prossimo trimestre hanno ridotto il marchio Nvidia a "valore F-tier per prezzi S-tier". La 5070 avrebbe dovuto avere almeno 16 GB di VRAM, la 5080 con SKU 24/32, la 5090 32/48/+. Rilasciare una GPU da oltre $1.000 nel 2025 con un paralizzante 16 GB è un crimine monopolistico contro il consumatore.»

Le critiche si concentrano su due aspetti principali: la scarsa disponibilità iniziale dei modelli e il rapporto prezzo/prestazioni.

La RTX 5080, in particolare, è considerata troppo costosa per le prestazioni offerte, con un prezzo che supera i $1.000 senza un incremento significativo rispetto alla generazione precedente. Snowden ha anche sottolineato che queste schede avrebbero dovuto includere più memoria video, riflettendo il malumore di molti appassionati e analisti del settore.

La mancanza di alternative nel segmento delle GPU di fascia alta rafforza la posizione dominante di Nvidia, che può permettersi di fare il prezzo che vuole anche su piattaforme come Amazon.

La situazione è decisamente complessa, tanto che i bagarini hanno deciso di rispondere alla questione con delle azioni decisamente surreali: foto delle RTX 5090 vendute a migliaia di euro. D'altronde, era già chiaro il rischio bagarinaggio dai primi momenti in cui si è iniziato a parlare delle schede, e ovviamente è capitato.

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