DualSense darà un'esperienza molto più coinvolgente, secondo Tequila Works

Gli sviluppatori spagnoli parlano di cosa si aspettano dalle novità proposte da Sony con il controller di PlayStation 5

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a cura di Stefania Sperandio

Editor-in-chief

Fin dai primi vagiti di PlayStation 5 – quando ancora la console next-gen di casa Sony non aveva la conferma sul nome ufficiale, per quanto prevedibile fosse – abbiamo sentito parlare delle capacità del suo controller. La compagnia giapponese ha parlato di feedback tattile, di sensori aptici, di grilletti rinnovati.

Solo molto tempo dopo, pochi giorni fa, siamo arrivati alla presentazione (insolita) di DualSense, che saluta il nome DualShock e anche le tinte tra il grigio e il nero che avevamo visto per le ultime generazioni delle periferiche made in PlayStation.

Ma quanto DualSense potrebbe davvero cambiare l’esperienza di gioco che vivremo? Secondo Raul Rubio, CEO di Tequila Works (RIME, Gylt), molto.

Un’esperienza diversa

Come riportato da AS, lo sviluppatore spagnolo ha le idee molto chiare in merito all’importanza di innovare, quando si tratta di controller. Negli ultimi anni, infatti, molti controller hanno cominciato ad assomigliarsi, in una tendenza che ha, di fatto, mostrato una certa debolezza nell’innovazione. Per questo, il team è stato affascinato dalle novità provate da Google Stadia, sul quale il suo Gylt è uscito in esclusiva – e che vi abbiamo recensito.

«Quella di DualSense è un’idea davvero interessante ma, più di ogni altra cosa, è un’applicazione piuttosto intelligente della tecnologia» ha raccontato Rubio.

Sicuramente, ci sono piattaforme che hanno periferiche di input con delle loro peculiarità: «sul PC gioco con il mouse, su Nintendo Switch è diverso, su Stadia mi interfaccio con un tablet, o con la prima cosa che trovo. Alla fine mi rendo conto, nel passare da una cosa all’altra, che ci sono delle cose che mi mancano. Per quanto poco significante possa sembrare, quando gioco su Switch penso che la vibrazione HD Rumble faccia tanto: è come quando guidi una nuova Mercedes e poi invece passi a un trattore, in termini di sensibilità.»

nintendo switch

Ecco perché Rubio è particolarmente contento di una Sony che decide di sperimentare per la next-gen: «ci sono implementazioni che vorresti, quando passi a un dispositivo che non le ha. Nintendo poi è maestra nel prenderle le tecnologie, ribaltarle e renderle divertenti.» Certo, anche Sony ha sperimentato qualcosa, in passato: «ad esempio, hanno integrato in DualShock uno speaker, che offre possibilità per azioni creative all’interno del gioco, in cui tutto è contestualizzato. Magari quando qualcuno ti chiama al telefono in-game, il suono viene fuori dal controller. Sono tutti dettagli che aiutano il coinvolgimento.»

Il feedback aptico

Secondo Rubio, il nuovo feedback aptico su cui Sony sta puntando particolarmente potrà fare la differenza. Secondo la compagnia, DualSense sarà in grado di dare diversi stimoli tattili, che ad esempio restituiranno sensazioni diverse se starete guidando su strada o su sterrato in un gioco.

Rubio non ha dubbi sulla positività di questo tipo di feature e aggiunge anche di essere molto interessato alla questione dei sensori biometrici:

Il feedback aptico è qualcosa che potremo vedere non solamente in modo passivo. Ad esempio, ci siamo chiesti cosa si potrebbe fare se potessimo usare dei sensori biometrici (di cui parlano i brevettindr) per sapere come si sente il giocatore in quel momento?

Lo sviluppatore spagnolo ha spiegato di ritenere (giustamente) conservativo il nuovo controller di Xbox Series X, che mantiene anche la sua compatibilità con tutte le piattaforme di casa Microsoft. Di fatto, il gigante di Redmond ha preso «un controller tradizionale, con una grande distribuzione del peso e sensibilità dei pulsanti» per farne la periferica input chiave della sua next-gen.

«Vedo che Sony sta osando qualcosina di più» ha commentato lo sviluppatore spagnolo. L’azzardo delle novità ripagherà la compagnia giapponese? Non ci resta che attendere fino anno, con il lancio di PS5, per scoprirlo.

Fonte: AS

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