Quando un titolo come Dragon Age: The Veilguard arriva sugli scaffali, le aspettative si alzano inevitabilmente a dismisura. ù
BioWare ha sempre avuto il talento di disegnare universi che, pur tra luci e ombre, sapevano tenere il giocatore incollato allo schermo. Ma con The Veilguard (che trovate su Amazon), qualcosa sembra non aver centrato appieno il bersaglio.
Questa volta non si parla né di trama né di gameplay, bensì di qualcosa di più sottile: la chimica tra i compagni d’avventura.
Come riportato anche da The Gamer, sui forum e nelle discussioni online, emerge un grido unanime: i companion sono troppo gentili.
Il dinamismo che aveva caratterizzato i precedenti titoli sembra essersi diluito in un gruppo che, per molti, appare privo di quegli scontri verbali e tensioni ideologiche che hanno fatto la fortuna della serie.
Reddit pullula di post che riecheggiano una nostalgia pungente per i tempi di Dragon Age II, quando Hawke e i suoi compagni erano un caotico insieme di disastri ambulanti, pronti a mordere e farsi mordere in ogni momento.
«Questo è il mio più grande problema con Veilguard: tutti sono immediatamente gentili, buoni e amichevoli, e non ci sono grandi scontri ideologici o litigi,» lamenta l’utente "infiniteglass00".
Ed è difficile dargli torto. Chi ha amato i dialoghi pungenti tra Varric e Fenris, le frecciatine di Merrill o la gelida determinazione di Aveline, fatica ora a ritrovare quella vibrazione elettrica.
Il sistema di rivalità e amicizia di Dragon Age II, che permetteva una costruzione sfumata delle relazioni, viene rimpianto come uno degli elementi più innovativi e coinvolgenti della serie.
Un commento particolarmente tagliente arriva da "beachpellini": «Continuo a essere uno stronzo con Harding e lei mi dà sempre approvazione. Il sistema rivalità/amicizia era di gran lunga una delle cose migliori di DA2, sono così triste che non sia mai stato riutilizzato.»
Questa assenza di conflitto, questa cortesia diffusa e adulta, che "Sgrockr" definisce come «tutti che si comportano un po' troppo da adulti con la loro responsabilità emotiva», sembra aver ridotto la tensione narrativa e l’imprevedibilità che contraddistinguevano i titoli precedenti.
È come se BioWare, dopo anni di critiche e revisioni, avesse deciso di giocare troppo sul sicuro, creando un team di personaggi più "bilanciato" ma, per molti, meno memorabile.
Come spesso accade, la linea tra l’armonia e l’appiattimento può essere sottile, e Dragon Age: The Veilguard sembra averla varcata, almeno per ora: ricordiamo in ogni caso che pochi giorni fa vi abbiamo infatti spiegato a chiare lettere le motivazioni che ci hanno impedito di pubblicare la nostra recensione del gioco.