Mark Darrah, producer di Dragon Age: Inquisition
, è stato intervistato da GamesIndustry, testata alla quale ha rivelato che, in origine, il gioco era stato pensato come esperienza esclusivamente multiplayer, salvo poi cambiare direzione. Nell’intervista, Darrah ha anche fatto riferimento all’importanza di The Elder Scrolls V: Skyrim nell’odierno mondo dei giochi di ruolo. “Avevamo un progetto con il nome in codice Blackfoot, che era il primo gioco che avevamo che si concentrava su Frostbite. Era un gioco della serie Dragon Age, solo multiplayer, in sviluppo già prima che uscisse Dragon Age 2. Divenne poi il cuore di ciò che è divenuto Dragon Age: Inquisition.”
A suo dire, la co-op che vedremo nel prodotto finale “è un tentativo di riportare in vita” le sensazioni di Blackfoot.In riferimento all’opera di Bethesda Softworks, invece, Darrah ha spiegato che “Skyrim ha cambiato totalmente il panorama dei giochi di ruolo. Credo che Oblivion abbia venduto circa sei milioni di copie, più o meno era lì, ma Skyrim è arrivato a 20 milioni. Questo, da un certo punto di vista, è qualcosa che cambia tutto. Le aspettative dei fan cambiano a loro volta. L’età delle persone, che hanno sempre meno tempo per giocare, modifica ciò che vogliono dal gameplay […] Ora hai quindici milioni di persone che hanno giocato per la prima volta ad un RPG con Skyrim. Hanno aspettative completamente diverse di cosa sia la narrazione, l’esplorazione – credo che questo aspetto, l’esplorazione, sia quello dove abbiamo visto i maggiori cambiamenti.”