La Francia è stata coinvolta in proteste molto violente nei mesi scorsi e, tra i tanti eventi e dichiarazioni, il Presidente Emmanuel Macron aveva incolpato i videogiochi di essere "responsabili" dell'innesco delle rivolte.
Il Presidente francese aveva accusato i social media e i videogiochi di aver "intossicato" i giovani e di aver alimentato i disordini, esortando i genitori a tenere i figli a casa in una dichiarazione che era sembrata fuori luogo all'epoca.
In un contesto decisamente teso per l'amministrazione Macron e la Francia tutta, le dichiarazioni del Presidente erano state giudicate come un modo di sviare l'attenzione dai reali problemi del Paese e trovare la proverbiale "soluzione facile per problemi complessi".
Dopo la dichiarazione dello scorso giugno, il Presidente Emmanuel Macron ha cambiato decisamente rotta e, in un lunghissimo post su X ha spiegato la sua posizione.
«Ho fatto saltare i giocatori», esordisce Macron nel suo lungo comunicato, prima di ritornare sulle sue parole passate:
«A fine giugno avevo espresso la mia preoccupazione perché i codici dei videogiochi erano stati utilizzati da alcuni autori di reati per banalizzare la violenza sui social network. È questa violenza che condanno, non i videogiochi.»
Successivamente, Macron si spende in dichiarazioni molto altisonanti sui videogiochi, definendoli «un terreno di sperimentazione artistica, uno spazio di apprendimento affascinante, che mescola tutte le arti», con un accento anche sulla parte competitiva dei videogiochi, che Macron definisce «un ecosistema, con veri professionisti, raduni di alto livello e tornei internazionali che segnano la storia».
La Francia è stata effettivamente tra le prime nazioni europee a dare supporto alla scena eSport nel passato, sebbene in alcuni frangenti proprio l'amministrazione abbia voluto bandire le parole "eSports" e "streamer", paradossalmente.
«I videogiochi sono parte integrante della Francia», continua Macron:
«Assassin's Creed e Dofus sono creazioni del talento francese. Ne siamo orgogliosi e facilitiamo l'accesso con il Culture Pass. I videogiochi offrono opportunità di lavoro e di futuro, creando campioni, ma anche ingegneri, sviluppatori, designer e creatori. Il settore ispira, fa sognare, fa crescere!»
Citando il suo piano "Francia 2030" con il quale voleva accelerare il settore videoludico, Macron conclude il suo lungo comunicato con un'apertura totale verso i videogiochi:
«Rimango pienamente mobilitato per continuare a sostenere l’organizzazione di grandi eventi in Francia, agire per sostenere il settore e aiutarlo a svilupparsi. C'è ancora molto da fare. Potete contare su di me.»
Siamo sollevati nel vedere che il Presidente abbia cambiato idea, nella speranza che questo non sia solo un momento di propaganda politica.