Da dipendenza a sollievo: coronavirus, l'OMS ora si affida ai videogiochi

Diversi giganti del gaming hanno già messo in atto l'iniziativa #PlayApartTogether

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a cura di Paolo Sirio

L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha rivolto un appello all’industria dei videogiochi perché metta in atto tutte le misure necessarie per incentivare i giocatori a restare a casa e alleviarne le dure giornate durante la quarantena dovuta alla pandemia del nuovo coronavirus.

L’appello, riportato da USA Today, risuona oggi più forte che mai dopo che la WHO (OMS, in Italiano) aveva riconosciuto ufficialmente la dipendenza da gaming come una malattia nel 2018.

Ray Chambers, ambasciatore americano all’OMS, ha dichiarato che il gruppo spera l’industria possa «raggiungere milioni [di persone] con messaggi importanti per aiutare a prevenire la diffusione del COVID-19».

«Siamo in un momento cruciale nella defizione delle conseguenze di questa pandemia. Le compagnie dell’industria dei videogiochi hanno un pubblico globale – incoraggiamo tutti a #PlayApartTogether [giocare insieme distanti]. Più distanziamento fisico e altre misure aiuteranno ad appiattire la curva [dei contagi] e salvare vite».

Diversi giganti del gaming hanno già messo in atto l’iniziativa #PlayApartTogether, da cui l’hashtag usato da Chambers su Twitter, per incentivare i loro utenti a rimanere a casa.

Abbiamo riportato negli ultimi giorni numerosi giveaway che hanno portato nelle case dei giocatori decine di titoli gratuiti, tra cui Child of Light, Monument Valley II e Tomb Raider.

L’industria del gaming ha fatto la sua parte anche per quanto riguarda l’aspetto del congestionamento della rete, con PlayStation Network che ha ridotto, ad esempio, la velocità di download su PS4.

Allo stesso modo, ha subito le ripercussioni più dolorose dovute alla pandemia del nuovo coronavirus, dovendo rinunciare all’evento simbolo dell’E3 di giugno.

Fonte: USA Today

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