I ragazzi di Naughty Dog, come sapete, si sono concessi nei giorni scorsi alle domande della stampa sul loro chiacchieratissimo The Last of Us.In particolare, il creative director Neil Druckman ha risposto a chi gli domandava com’è stato il passaggio da Uncharted a The Last of Us, che si presentano come due tipi di videogame decisamente diversi tra loro: “ci sono molti motivi per cui è eccitante fare qualcosa di completamente nuovo, dopo che abbiamo fatto Uncharted per diversi anni – cinque anni, qualcosa del genere. Comunque sì, abbiamo cercato di affrontare questa transizione con rispetto. Sappiamo che avremo per le mani una storia abbastanza brutale, con temi oscuri, e non faremo niente più di ciò che è necessario a raccontare questa trama. Non metteremo dentro niente di gratuito con il solo intento di vendere più copie, non minimizzeremo nulla di ciò che la storia richiede solo per fare gli schizzinosi.”Inoltre, il director Bruce Straley ha parlato anche della violenza all’interno del gioco: “non abbiamo messo alcune cose per il solo gusto di avere la violenza, abbiamo fatto tutto in modo che avesse un senso. Non si tratta di dare un certo stile grafico, o di avere un rating 18+. Non è mai nei nostri obiettivi, avere un rating 18+. Semplicemente, abbiamo fatto ciò che la storia richiedeva, inserendo anche tutti i temi maturi e brutali di cui c’era bisogno.”Poi, Druckman racconta come sia stato spaventoso creare qualcosa di completamente nuovo, trascinandosi dietro le aspettative suscitate da un titolo di prima qualità come il franchise Uncharted: “quando la gente mi chiedeva com’è stato, direi che è stato fot**mente spaventoso e pauroso, dal momento che Uncharted è uno dei migliori giochi mai creati. Ci siamo detti ‘ok, quel gioco era molto divertente’, come facciamo ad arrivare a quei livelli? È possibile avvicinarcisi? Cosa possiamo fare per riuscirci? Da un punto di vista personale -sì, è stato dannatamente spaventoso. Ma, contemporaneamente, è stato anche un privilegio che Naughty Dog ci abbia dato l’opportunità di lavorare con delle persone estremamente talentuose.”