A Southington, nel Connecticut, è stata lanciata una iniziativa che invita gli abitanti a riconsegnare al comune prodotti contenenti violenza, come videogiochi, film e compilation musicali. In cambio, si potrà ottenere un voucher di $25, ed i prodotti saranno distrutti e tolti dalla circolazione.L’idea, nata da SouthingtonSOS, è stata elaborata in seguito allo sconvolgente massacro di Sandy Hook, ed ha ottenuto l’approvazione di enti ufficiali come la YMCA (Young Men’s Christian Association), la camera di commercio, la chiesa locale e il dipartimento dei pompieri.Joe Eradi, preside della scuola locale, ha spiegato che “ciò che è accaduto nella nostra comunità, similmente ad altre in tutto il mondo, è che tutti volevano fare qualcosa di significativo per Newtown. […] I più giovani sembrano corrosi dai videogiochi violenti, e non sono sicuro che sia una cosa positiva. Se riusciremo, con questa iniziativa, ad incoraggiare un dialogo tra genitori e figli, allora sarà stato un successo. Lo stiamo facendo per quei genitori che hanno figli che giocani a videogame violenti. Stiamo chiedendo a questo genitori di capire bene cosa i loro figli stanno facendo, di parlare con loro di cosa fare in futuro. Se poi ai genitori andranno bene le abitudini di gaming dei loro figli, allora staranno bene anche a noi.”Tuttavia, SouthingtonSOS ha diffuso una nota dove spiega che non ritiene i videogame responsabili della tragedia di Sandy Hook: “l’azione del gruppo non è un accusa contro i videogiochi, non accusiamo i giochi di essere responsabili di quello che è successo a Newtown il 14 dicembre. Piuttosto, stiamo cercando di comunicare che ci sono tante prove che i videogiochi violenti – così come tutti i media violenti, di qualsiasi tipo, come la TV e i film che continuano a rappresentare storie di sangue e morte – hanno contribuito ad accrescere l’aggressività, la paura e l’ansia, e stanno desensibilizzando i nostri figli innanzi agli atti violenti, bullismo incluso.”Un’idea che farà probabilmente discutere, per un provvedimento che non avrebbe ulteriormente ragion d’essere se solo venissero rispettate le fasce d’età imposte da PEGI e ESRB nei rispettivi continenti. E che, nostro malgrado, sposta l’attenzione ancora una volta sul media ludico, dimenticando problemi ben più gravi – come la facile reperibilità delle armi negli States – che si sono rivelati essere alla base del terribile massacro di Sandy Hook.